I sì hanno vinto sui no nel referendum sull'annessione della Crimea alla Russia, col 93 % dei voti favorevoli. Questo il risultato recente stimato dagli exit pool.

Ma alla soddisfazione del presidente russo Vladimir Putin, il segretario di Stato Usa risponde affermando che né gli Usa né la comunità internazionale riconosceranno l'esito della consultazione sulla secessione della Crimea dall'Ucraina e esorta la comunità internazionale "a intraprendere passi concreti per imporre dei costi" e a "sostenere la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina".

Uno di questi costi, sarà secondo il settimanale tedesco Der Spiegel l'esclusione della Russia dal circolo delle grande potenze che da 8 passeranno quindi a 7; la proposta, fatta da Londra è già stata accolta dagli altri sei paesi membri, compresa l'Italia.

Nella giornata di ieri, inoltre, dalla comunità internazionale è stata presentata una risoluzione contro il referendum rivolta al consiglio di sicurezza dell'Onu:

A presentare la proposta di non validarne il risultato son stati gli Usa, perché, come afferma il documento, il referendum è avvenuto sotto la minaccia di violenze ed intimidazioni da parte dei soldati russi. Son 13 i paesi che hanno espresso il loro voto favorevole e la Cina si è astenuta.

Ma la risoluzione non passa a causa del veto imposto della Russia.

Forti critiche sono arrivate anche dal leader dei tatari di Crimea Refat Chubarov, che ha definito il voto "uno spettacolo di clown" ed un "circo". Oggi un vertice europeo a Bruxelles stabilirà a quanto ammonteranno i costi che verranno imposti alla Russia.

In questa situazione il governo Russo rischia sempre di più l'isolamento. Intanto le tensioni tra i filorussi e i sostenitori dell'unità dell'Ucraina sono già sfociate in veri e propri attacchi militari, si contano tre morti nella notte tra giovedì e venerdì nei pressi di Donetsk.