"Chi pensa che questa regione non sia una priorità si sta sbagliando di grosso. Non è stato un caso se la mia prima vista è stata a Treviso e se già nelle prossime settimane tornerò di nuovo in Veneto". Con queste parole Matteo Renzi, presidente del Consiglio, rompe il silenzio istituzionale attorno al referendum digitale organizzato dalla piattaforma Plebiscito2013, volto a verificare la volontà dei veneti sul tema indipendenza. Il quesito era semplice: "Vuoi tu che il Veneto diventi una Repubblica Federale indipendente?". Quasi 4 milioni i cittadini aventi diritto al voto, oltre 2 milioni e 100mila i "si".

Un referendum autogestito, senza alcun valore ufficiale, dove risultati e dati relativi ai votanti sono stati certificati dai soli organizzatori di Plebiscito 2013. Ma che ugualmente ha tenuto testa sulle pagine politiche locali per tutta la settimana. Vuoi per il moltiplicarsi - soprattutto con l'avanzare della crisi - dei movimenti indipendentisti su tutto il territorio regionale, vuoi per l'interesse dimostrato dai grandi media internazionali come BBC, Times e CNN.

Una visita che, secondo i meglio informati, sarebbe stata organizzata dal presidente del Consiglio molto prima del can-can secessionista: per aprile, o al più tardi per maggio. L'obbiettivo sarebbe quello di confrontarsi nuovamente con il Presidente della Regione, il leghista Luca Zaia, ma anche con i sindaci e gli amministratori locali.

Come avvenne a Treviso nella sua prima uscita pubblica dopo l'ascesa a palazzo Chigi, questa volta - però - su temi più concreti oggi all'ordine del giorno del programma di governo: tagli all'Irap, allentamento del patto di stabilità e aumenti di salario sulle buste paga.

Misure che dovrebbero placare il senso di malessere che si avverte lungo tutto lo stivale: "Il risultato del referendum online, la cui attendibilità è comunque tutta da verificare, può rappresentare in qualche misura la spia di un disagio non nuovo, ma la nostra Repubblica è una e indivisibile e la risposta a questo malessere non può essere in demagogie e populismi, ma in impegni riformisti concreti che questo governo sta assumendo e portando avanti" dice Maria Carmela Lanzetta, ministro agli Affari Regionali.

Matteo Renzi, in ogni caso, non potrà esimersi dall'affrontare la questione referendaria indipendentista, viste le intenzioni del Consiglio Regionale del Veneto di deliberare una legge volta a istituire ufficialmente una consultazione popolare sul tema. La discussione sarà all'attenzione dell'assemblea legislativa dall'1 aprile, come ha riferito giorni fa Costantino Toniolo di Nuovo Centro Destra, presidente della commissione Affari Istituzionali che ha legiferato il testo che sarà sottoposto al voto del Consiglio regionale. Nel frattempo le rassicurazioni del governatore Luca Zaia: non una dichiarazione di guerra, ma "un segnale di insofferenza che non va ignorato".