Allora addio alle Province. Ieri la Camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge Del Rio mentre Brunetta, capogruppo di Forza Italia lo definisce un "golpe" chiedendo al presidente della Repubblica di "non firmare questo provvedimento perché è una porcata". Renzi, dopo un incontro con Gianni Letta e Denis Verdini, inviati da Berlusconi, assicura e chiarisce che il Governo andrà avanti con le riforme "come un rullo compressore" e inoltre "che l'accordo con il Cavaliere stipulato sulle riforme reggerà".

Le Province verranno quindi in gran parte svuotate dei loro attuali poteri e verranno sostituite da nove nuove città metropolitane.

Le opposizioni a questa decisione, oltre alle già citate, arrivano durissime sopratutto dal partito di Beppe Grillo e hanno come tema cardine il fatto che invece di tagliare posti e costi, secondo loro, questi diventeranno ancora maggiori e più pesanti sul bilancio dello Stato.

Il problema di Forza Italia comunque resta ed è pesante tanto che Renzi, rispondendo ad alcune domande si dice fiducioso sul fatto che "Forza Italia resti nell'accordo e sono convinto che anche loro voteranno il superamento del Senato, la modifica del Titolo Quinto e l'abolizione del CNEL", è convinto "che le riforme promesse agli italiani andranno avanti".

Per il premier arrivano però anche i problemi interni al Partito Democratico.

Ventidue le firme in Senato che propongono una proposta di legge alternativa a quella di Renzi. Civati ritiene indispensabile una discussione parlamentare e non accetta più ultimatum da parte del segretario del suo Partito.