Era nell'aria da giorni. Del resto la conta di chi si sta defilando da Silvio Berlusconi e dalla sua rinata Forza Italia si incrementa di giorno in giorno. E così, dopo i vari Renato Schifani, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello, Roberto Formigoni, Maurizio Sacconi, Angelino Alfano - solo per citare i suoi fedelissimi più storici - anche Sandro Bondi prende le distanze da Forza Italia. E lo fa tramite una lettera inviata allo storico quotidiano torinese La Stampa.

Ha parole dure Bondi: parla di "fallimento del centrodestra" e di voler appoggiare il progetto Renzi.

Ammette che Silvio Berlusconi, il quale fino a poco tempo fa appariva sua autentica Musa ispiratrice, ha ancora presa sull'elettorato, ma anche in caso di vittoria resta una profonda crisi identitaria di Forza Italia e di tutta la coalizione. Soprattutto, dice, alla luce della sintonia di Matteo Renzi con il Paese e della spinta rivoluzionaria interna alla stessa Chiesa romana dopo l'elezione al soglio pontificio di Papa Francesco. Entrambi hanno segnato un cambiamento epocale nell'opinione pubblica, alla quale, prosegue Bondi, il centrodestra non ha risposto adeguatamente.

Ma l'ex Ministro per i beni culturali ce l'ha anche con gli ex alleati del Cavaliere: da Fini a Casini, passando per Umberto Bossi e La Russa.

Tutti personaggi non certo liberali e che dunque hanno contribuito al fallimento della rivoluzione liberale tanto professata e auspicata da Berlusconi in questi ultimi vent'anni.

Ovviamente ha preso la palla al balzo il Nuovo Centrodestra, che auspica un'adesione di Bondi al loro progetto, come fatto da altri transfughi forzisti. Ma l'Onorevole ha subito frenato facili conclusioni, affermando che le sue parole non debbano essere strumentalizzate.