Si prospetta un duro braccio di ferro quello che vedrà protagonisti da una parte Matteo Renzi e dall'altra Forza Italia. Mentre si sussurrava di un incontro tra il Presidente del Consiglio e Silvio Berlusconi (summit, peraltro smentito dell'ex sindaco di Firenze) è giunta l'esternazione del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta.

"Chiediamo a Renzi, se vuole mantenere la parola, se vuole mantenere i patti, di approvare la riforma elettorale prima di Pasqua, altrimenti casca l'accordo con Berlusconi". Le parole di Brunetta hanno tutta l'aria di un ultimatum senza condizioni, scaduto il quale potrebbero esserci gravi ripercussioni per quanto riguarda la stabilità del nuovo governo.

Del resto, si sa come Brunetta, nel recente passato, non abbia speso parole di stima nei confronti del Presidente del Consiglio.

A questa affermazione, è arrivata immediatamente la risposta di Matteo Renzi che, molto chiaramente, ha lasciato intendere di non voler sottostare a qualsiasi forma di ricatto implicito: sulle riforme, ha detto il premier "non accettiamo ultimatum da nessuno meno che meno da Brunetta. Se stanno al gioco delle riforme bene se no, al Senato, ce la facciamo".


Le ultime parole di Renzi lasciano intendere di non aver nessuna paura di perdere la fiducia al Senato, il vero tallone d'Achille del neonato governo. Se, da una parte, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi sostiene che l'approvazione della nuova legge elettorale (l'Italicum) è soltanto un'idea di Brunetta, dall'altra Giovanni Toti si chiede come mai tale riforma sia ancora "parcheggiata al Senato" e non si faccia nulla perchè essa venga votata. Insomma, l'accordo Renzi-Berlusconi sembra che cominci a scricchiolare.