Il Def 2014 arriva sul tavolo del governo Renzi. Di che si tratta? È il documento di economia e finanza che ogni anno traccia le linee delle misure economiche in ottica pluriennale che il governo dovrà prendere pur rispettando il bilancio. Va votato dal Parlamento entro il 30 giugno, ma è in questi giorni che Matteo Renzi dovrà riuscire a far quadrare il cerchio e trovare il modo per mantenere le promesse fatte, in primis sull'Irpef 2014, e rispettare allo stesso tempo il bilancio.

In questo Def 2014 ci sono in effetti parecchie misure allo studio: tutte quelle di cui si è parlato nelle ultime settimane entrano a far parte del dossier del governo, che dovrà così riuscire a mettere a punto il suo piano d'azione.

Un documento quindi fondamentale, in cui si tratterà l'argomento dell'Irpef, della riforma delle pensioni, la spending review e parecchio altro ancora.

Nel Def 2014 l'attenzione è però in primis concentrata sull'Irpef. Ci sono o non ci sono le coperture? Il ministro Delrio ha voluto rassicurare tutti: "Le abbiamo trovate, vengono da tagli alla spesa pubblica e a settori improduttivi". Il taglio dovrebbe essere di 3,6 miliardi, l'obiettivo dei 10 miliardi varrà solo per il 2015. E però, considerando che l'aumento sarà a fine maggio, mancano all'appello circa 2 miliardi.  Contestualmente scenderà l'Irap del 10%, finanziati con l'aumento delle tassazioni sulle rendite finanziarie.

Ma nel Def 2014 non si parla, ovviamente, di soli tagli di Irap e Irpef.

Ci sono grosse novità anche per quanto riguarda il prepensionamento e in generale la riforma delle pensioni. A questo proposito è stato Cesare Damiano a parlare: "La necessità di una staffetta generazionale è figlia della decisione di alzare l'età pensionabile. Da questo brusco innalzamento deriva l'aumento della disoccupazione.

La staffetta servirebbe sia per il settore pubblico che per quello privato". La questione, però, è ancora aperta. Se ne saprà di più dopo il consiglio dei ministri.

Infine, il Def 2014 riserva parecchia attenzione anche alla spending review: previsti tagli per gli stipendi ai dirigenti pubblici (che non potranno guadagnare più di 270mila euro) e via via lungo la scala gerarchica, per arrivare a un risparmio di 700 milioni di euro l'anno.

Tagli anche ai costi della politica e della sanità, con l'obiettivo di ridurre gli sprechi. Sotto la mannaia del governo Renzi cadono anche parecchie partecipate degli enti locali, tagli per le spese della difesa, per le autorità indipendenti e le camere di commercio.