La procura di Milano ha sequestrato beni all'ex Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni per un totale di 49 milioni di euro. Tra i beni confiscati immobili e conti bancari: una villa ad Arzachena, in Sardegna, degli stabili tra Lecco e San Remo, tre auto, e infine è stato attuato un sequestro preventivo di tutti i suoi conti eccetto uno.

Il provvedimento è stato messo in atto all'interno dell'inchiesta sulla fondazione Maugeri: l'obiettivo del provvedimento infatti è quello di recuperare il guadagno incassato attraverso gli illeciti contestati all'ex Presidente Formigoni nell'ambito dell'inchiesta del mese scorso, dove "il celeste" è stato rinviato a giudizio.

Il reato sarebbe quello di associazione a delinquere, con finalità di corruzione e appropriazione indebita.

I conti sono riconducibili anche ad Alberto Perego, amico di vecchia data di Formigoni, e la confisca verrà confermata solo in caso di successiva condanna. Il provvedimento è stato disposto dal gip Paolo Guidi di Milano, lo stesso che aveva qualche settimana fa già rinviato Formigoni a giudizio.

L'inchiesta era volta a smascherare un presunto giro di corruzione con finanziamenti emessi dalla Giunta Regionale della Lombardia, della quale Formigoni faceva parte, a favore della Fondazione. Formigoni però ha sempre negato queste accuse, ma oggi è arrivata l'ultima decisioni dei magistrati milanesi.

Altri sequestri sono già stati effettuati nei mesi scorsi per un totale di 53 milioni di euro ai danni di Pierangelo Daccò, dell'ex assessore regionale Antonio Simone e dell'ex Ad della fondazione Maugeri Costantino Passerino. Il reato è quello di associazione a delinquere.

Dei 49 milioni di valore dei beni detratti a Formigoni soltanto 39 fanno parte dell'inchiesta sulla corruzione nel contesto del caso Maugeri, mentre gli altri 7,6 sono relativi alle mazzette al San Raffaele. Il processo si avvierà il 6 maggio al Tribunale di Milano.