Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Roma con l'accusa di peculato.

L'imputazione fa riferimento all'appropriazione di 600 mila euro dalla cassa del gruppo parlamentare del PdL e di averli utilizzati per stipulare una polizza vita a lui intestata, con l'indicazione degli eredi legittimi beneficiari della stessa.

Il processo avrà inizio il prossimo primo ottobre presso la X sezione penale del Tribunale di Roma.

L'accusa di peculato

L'inchiesta in cui è coinvolto Gasparri è uno sviluppo delle indagini, avviate a seguito della segnalazione di operazioni sospette fatte dalla Bnl, la banca dove era acceso il conto del gruppo parlamentare PdL.

Gli accertamenti specifici, avevano portato all'archiviazione della posizione di presidente e vicepresidente del gruppo, Gasparri e Quagliariello, ma avevano evidenziato il prelievo di 600 mila euro da parte del primo.

L'appropriazione di cui è accusato Gasparri, sarebbe avvenuta il 22 marzo 2012, data in cui sottoscrive la polizza vita a suo nome.

L'intera somma è stata restituita un anno dopo, a seguito di specifiche richieste della Direzione amministrativa del gruppo Pdl, con due assegni da 300 mila euro ciascuno. Restituzione non sufficiente in quanto, secondo l'accusa, il peculato è un reato che si consuma nel momento in cui avviene l'appropriazione.

Si contesta inoltre che, la restituzione, è avvenuta dopo aver riscattato la polizza, comprensiva degli interessi maturati nel frattempo, oltre 10 mila euro, che non sono mai tornati indietro.

La difesa di Gasparri

In merito alla vicenda, l'attuale vicepresidente del Senato, si è detto molto amareggiato ritenendo di aver chiarito la dinamica della presunta appropriazione, conseguenza, secondo Gasparri, di un investimento trasparente fatto, su suggerimento dei funzionari della stessa banca, nell'interesse del gruppo parlamentare di cui era presidente.

A partire dal prossimo primo ottobre, Maurizio Gasparri avrà modo di chiarire meglio le sue ragioni.