Il Governo Renzi, tramite il suo ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi sembra si sia accorto che esiste la Basilicata. Non certo in senso geografico naturalmente. Piuttosto perché nel sottosuolo lucano le risorse petrolifere assumono un posto rilevante nel fabbisogno nazionale. È di questi giorni l'idea di convocare un tavolo istituzionale per la questione energetica della Basilicata. Alla buon'ora, sempre dando per scontato che questa possa essere ritenuta una buona notizia.

A parte l'esiguità delle royalties che la Regione lucana ha ottenuto, una vera miseria al cospetto della grande quantità di oro nero che viene estratto e che pone, in tal senso, la comunità lucana ben al di sotto di altre realtà similari ben più remunerate, da valutare vi è l'inesistente ricaduta occupazionale sul territorio lucano.

In una regione dove il tasso di disoccupazione è tra i più alti esistenti non solo a livello nazionale. Da aggiungere vi è un miserevole bonus idrocarburi riconosciuto ai patentati lucani. Bonus che, tanto per cambiare, ora si cerca di togliere come beneficio, riversandolo a favore di qualche altra regione italiana.

È, in definitiva, annunciata come una delle tante svolte nell'iperattivismo renziano, sebbene sollecitato da interventi di tipo bipartisan da parlamentari lucani. Quest'ultimi, politici di lungo corso, negli anni passati non si sono certo distinti per esaltare gli interessi regionali e la risorsa petrolio non è certo stata nei loro pensieri e meno che meno nei loro impegni, magari per conciliare gli interessi di Stato e compagnie con quelli dei lucani.

Hanno preferito agevolare il depauperamento delle comunità lucane e la scarsa valorizzazione delle risorse, favorendo gli interessi delle compagnie petrolifere.

Occasioni per ottenere benefici di ben altro genere e entità non sono certo mancate. Personaggi politici che si sono alternati al governo regionale, sempre di sponda centrosinistra, hanno badato più agli interessi personali, piuttosto che al classico bene comune.

La vicenda della Rimborsopoli lucana è una piccola goccia nell'immane disastro della gestione economica-politica-amministrativa che ha caratterizzato, da diversi lustri a questa parte, la realtà lucana. Occorre pure aggiungere che gli stessi lucani nello stesso lasso di tempo non hanno mai saputo sottrarsi a questo scellerato percorso politico- amministrativo.

Un percorso che è tuttora in itinere con il recente rinnovo dell'esecutivo regionale che annovera tra gli altri alcuni protagonisti della rinomata vicenda giudiziaria. Fa una certa impressione sentire che il caso Basilicata, nel discorso energetico possa ritenersi come "un caso di scuola con la sinergia tra governo e enti locali". Dichiarazioni che presuppongono impegno e capacità di mediazione da parte di politici lucani che hanno mostrato per lungo tempo la loro inettitudine nel superare ritardi infrastrutturali che penalizzano enormemente l'intero territorio lucano e che si propongono come fautori per promuovere lo sviluppo economico e l'occupazione di una regione che hanno contribuito palesemente ad impoverire.