Dopo aver perso il lavoro ci si trova nell'urgenza delle necessità quotidiane ma quando non si può accedere agli ammortizzatori sociali si cerca di sbarcare il lunario in ogni modo, accettando perfino le mansioni precarie e malpagate. Tutto ciò fa perdere la fiducia nel fatto che i politici possano aiutare la gente comune. Ma solo i governanti sono in grado di attuare misure finalizzate a risolvere la situazione di crisi e disagio economico in cui si sono trovati i nuovi poveri, persone che negli anni passati non si erano trovate mai in uno stato d'animo di disperazione a dover fronteggiare difficoltà tangibili.

Un argomento divenuto molto attuale è il sussidio che prima era definito "indennità di disoccupazione" e che ora crea un interrogativo, in primo luogo riguardo ai termini utilizzati per riferirsi ad esso.

Vengono infatti utilizzate varie parole parlando dell'argomento, quali "reddito di cittadinanza", "reddito garantito", "reddito minimo garantito", ma anche "reddito minimo d'inserimento", "reddito di base incondizionato" o impropriamente "reddito di disoccupazione" poichè è stato considerato che vi possa accedere anche chi lavora ma percepisce uno stipendio basso. Ecco le differenze sostanziali tra i termini che capita più spesso di sentire.

Il reddito di cittadinanza è la definizione più usata ma quella che non sarà attuata concretamente poichè esprime il diritto al reddito, concetto più etico-filosofico che politico-economico, diritto che deve garantire la stessa cifra di sussidio a qualunque cittadino senza distinzioni di età, sesso o condizione economica.

Il reddito minimo garantito: indicato anche come reddito minimo di inserimento perchè in relazione con la situazione professionale individuale e col livello di reddito percepito ai fini dell'inserimento lavorativo. La sua attuazione sarebbe un'ipotesi più fattibile rispetto al reddito di cittadinanza e andrebbe a rivedere l'odierna indennità di disoccupazione. Tutto ciò a condizione che il disoccupato dimostri voglia di lavorare cercando ed accettando qualunque impiego, anche a rischio di avviare un rapporto di lavoro con un datore che tiene in considerazione solo i propri interessi.

Infine il reddito di base incondizionato: è stato pensato per tutti i residenti, cittadini italiani e non, ma vi può accedere solo chi non supera una soglia stabilita di reddito e per questo è rivolto sia ai disoccupati che a quanti lavorano ma non riescono ad ottenere condizioni di vita dignitose.