Nel comune laziale di Pomezia, il sindaco pentastellato Fabio Fucci ha deciso che, dal prossimo anno, nelle mense delle scuole materne ed elementari compariranno due menù: uno di 4 euro e uno di 4,40 euro. Nel primo non sarà prevista una merenda per i bambini, nel secondo invece sarà compreso un dolcetto.

Fucci si è giustificato sostenendo che: "La scorsa estate, alcuni rappresentanti dei genitori ci hanno chiesto un menù più corposo e uno più leggero, volevano spendere di meno. A me è sembrata una grande discriminazione: vogliamo che tutti abbiano gli stessi piatti".

Ma alla fine a merenda solo qualcuno riceverà il dolce. "Ma gli altri - sostiene il sindaco - avranno già la merenda da casa, dove è la discriminazione? È una polemica elettorale".

Niente merenda ai bambini: il caso politico

A Pomezia è nato un vero e proprio caso politico sulla scelta grillina. La vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, e il collega senatore del Pd, Raffaele Ranucci, parlano di una cultura discriminatoria e di una indifferenza del sindaco nei confronti di bambini così piccoli. Il coordinatore cittadino di Sel, Walter Bianco, replica bruscamente: "Nella Scuola pubblica non si possono e non si devono creare differenze tra i bambini sulla base delle capacità economiche delle loro famiglie.

Farlo vuol dire creare, sin dall'età infantile, una discriminazione intollerabile".

Niente merenda ai bambini: il web si divide

Intanto sul web, gli internauti sono nettamente divisi tra coloro che seguono fermamente il M5S e coloro che lo criticano. I primi vedono, negli oppositori politici, coloro che vogliono gettare a tutti i costi fango sul Movimento, considerando l'ordinanza comunale una scelta oculata e accusando la mala-informazione; i secondi, invece, criticano aspramente il provvedimento di Fabio Fucci, sminuendo tutto ciò che i Grillo-boys hanno fatto da quando è aperta la campagna elettorale per le Europee.

Su Twitter gli hashtag #ascuola e #Pomezia sono tendenze ben radicate nel social di microblogging. I tweet sono, come al solito, vari: dai toni seri e pesanti per criticare ora uno ora l'altro schieramento, ai soliti toni pacati e ironici smorza-tensione. Proprio mentre signoreggia ormai da giorni il #vinciamonoi di Beppe Grillo.