Sono dure le parole di Gennaro Migliore, il Capogruppo e Coordinatore Nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, a proposito della drammatica situazione dei penitenziari italiani. A pochi giorni dalla scadenza della sentenza "Torregiani", infatti, il Governo non sembra aver dato il giusto peso ad una situazione che continua ad essere ai limiti della decenza umana.

Ricordiamo, a riguardo, che il nostro Paese in tale circostanza era stato condannato dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo a risarcire il detenuto "Torregiani" ed altri suoi compagni per le condizioni disumane nelle quale si trovava a vivere all'interno dell'istituto di pena.

All'Italia era stato dato un anno per trovare una soluzione al dramma delle carceri ma ad oggi la situazione, anche se con qualche miglioramento, non sembra risolta. C'è ancora grande confusione sui dati ed il Ministro della Giustizia Andrea Orlando continua a fare la spola da e per Strasburgo per cercare di capire cosa sia ancora necessario fare per evitare il pagamento delle pesanti sanzioni.

Per questo Gennaro Migliore nelle pagine de Gli altri afferma senza mezze parole che bisogna dimenticare "i patetici timori dei perbenisti " e ricorrere quanto prima ad un provvedimento di amnistia e indulto, l'unico in grado di ridare dignità al nostro paese evitando allo stesso tempo le pesanti sanzioni per le quali è atteso fra pochi giorni.

Sempre ne Gli altri, Migliore ricorda che purtroppo il dramma delle carceri è passato in secondo piano tra le forze politiche tanto che praticamente nessuno ne ha parlato nel corso della campagna elettorale che si chiuderà ormai fra poche ore. Ciò non può essere invece detto per i Radicali che da sempre sono i principali fautori di una battaglia per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, offrendo come unica e vera soluzione il ricorso ai provvedimenti di clemenza quali amnistia e indulto.

A soli cinque giorni dal 28 maggio, il Governo Renzi riuscirà a formulare una soluzione definitiva che ci permetta di evitare quelle sanzioni che, in tempo di crisi, non possiamo proprio pemetterci?