Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito relativo ad Amnistia e Indulto 2014: a tenere banco sono le dichiarazioni rilasciate dal ministro Orlando, con il guardasigilli ad aver sottolineato che i due provvedimenti  ‘non risolverebbero la situazione per chi esce dal carcere e non servirebbero a migliorare le condizioni di vita per chi rimane dentro’.



I prossimi saranno giorni decisivi, con lo stesso Orlando che volerà a Strasburgo per presentare il pacchetto di riforme approvato dal governo Renzi e valutare il punto di vista del Consiglio d’Europa.

Se dovessero arrivare le sanzioni UE il danno economico sarebbe enorme.

Amnistia e Indulto 2014, Orlando chiude ai due provvedimenti: ‘Non servirebbero’



Come accennato in apertura, in merito ad Amnistia e Indulto 2014 tengono ancora banco le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Orlando 48 ore fa: ‘Oggi non c'è un clima che spinga nella direzione di misure come amnistia e indulto. Io non demonizzo l'indulto e l'amnistia, sono tra coloro che votarono a favore nel 2007. Non ho, però, la facoltà - ha dichiarato Orlando così come riportato dall'agenzia stampa Agi - di mutare l'orientamento delle forze politiche e serve la maggioranza dei due terzi del Parlamento per approvare queste misure’.



‘Se oggi seguissimo quella strada - ha proseguito Orlando parlando di Amnistia e Indulto 2014 - rischieremmo di non ottenere alcun risultato […] I due provvedimenti non risolverebbero la situazione per chi esce dal carcere e non servirebbero a migliorare le condizioni di vita per chi rimane all'interno degli istituti penitenziari’.



Tradotto no ad Amnistia e Indulto 2014, si ad una rivisitazione graduale del sistema giudiziario italiano, una scelta che porterà quasi certamente il nostro paese a subire pesanti sanzioni a livello UE.

Amnistia e Indulto 2014, Orlando a Strasburgo: all’orizzonte sanzioni milionarie



Come più volte accennato, in settimana Orlando volerà a Strasburgo per presentare il pacchetto di misure adottate dall’Italia: il guardasigilli illustrerà la nuova legge sulle pene alternative, la riforma dell’istituto della custodia cautelare (ancora non ufficiale) e gli accordi sul rimpatrio dei detenuti stranieri, ma il punto è che a Strasburgo non si valuterà cosa possano portare per il futuro eventuali provvedimenti, bensì quanto hanno inciso ad oggi le misure adottate per sovvertire il problema del sovraffollamento delle carceri.



L’Italia aveva tempo fino al 28 maggio, e appare più che chiaro che qualsiasi cosa sia stata fatta non è parsa in grado di incidere in profondità sul degradante stato di detenzione dei penitenziari italiani (lo Svuotacarceri, ‘il padre’ dei provvedimenti adottati, ha miseramente fallito da questo punto di vista).



Ecco cosa rischia il nostro paese: ‘Se arrivassero le sanzioni di Strasburgo sulla detenzione degradante - ha dichiarato lo stesso Orlando a margine del commento sulla ‘non utilità’ di Amnistia e Indulto 2014 - sarebbe anche un grosso problema economico. Per ogni ricorso accolto infatti la sanzione comminata all'Italia è di circa 11.000 euro e a oggi i ricorsi sono 4.000, potenziali 8.000’.



Amnistia e Indulto 2014 non avrebbero di certo risolto il nodo costituito dalla necessità di revisionare l’intero sistema giudiziario italiano, ma quanto meno avrebbero inciso sul tasso di sovraffollamento carcerario, consentendo di poter rientrare nei paletti imposti dall’Europa. Dopo di che, ci sarebbe stato tutto il tempo di dar corso ai provvedimenti strutturali menzionati dal guardasigilli, misure potenzialmente positive nel lungo periodo ma improduttive nel breve. Senza contare che nel frattempo, migliaia di individui sono rimasti stipati in 2 metri quadrati.



Che cosa pensate voi in merito alla strategia adottata dall’Italia? Avreste preferito dar corso prima ad Amnistia e Indulto 2014 per poi procedere ad interventi più profondi? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!