Nei giorni scorsi la Commissione Giustizia aveva dato il via libera alla legge sul divorzio breve. Ora il disegno di legge prosegue spedito verso l'approvazione del Senato.

Ricordiamo che, con la legge n. 898 del 1970 (legge Fortuna-Baslini), venne istituito il cosiddetto divorzio grazie ad una maggioranza netta e forte che raccolse, su 425 voti, 381 voti a favore. Successivamente, nel 1974, venne votato il referendum abrogativo che lasciò in vigore la legge sul divorzio. Ora siamo ad una revisione della norma che, attualmente, prevede un tempo minimo per poter chiedere il divorzio di almeno 3 anni; con la riforma che si sta discutendo ora, il tempo minimo passerebbe a 12 mesi, ridotti a 6 nell'ipotesi di consensuale, con o senza figli.

La stessa riforma prevede che i termini di decorrenza partiranno dalla data in cui si deposita l'atto e non più dal momento in cui si effettua la prima udienza in Tribunale come avviene ora.

La maggior parte dei pareri sono positivi sulla nuova normativa anche perché l'Italia è uno dei pochi Paesi europei dove i tempi per arrivare al divorzio sono abbastanza lunghi. L'approvazione da parte della Camera ha però portato anche a commenti negativi. I tempi troppo brevi, secondo alcuni, non daranno la possibilità ai coniugi di ricomporre il loro matrimonio e quindi di salvare l'istituto della famiglia. Adesso il disegno di legge passerà al Senato per l'approvazione definitiva. In caso di esito positivo, come probabile, la nuova legge sarà applicata anche ai procedimenti in fase di svolgimento.