Dopo quella alla Camera, il Dl Lavoro del governo Renzi si appresta a richiedere la fiducia anche al Senato. L'annuncio lo dà il ministro per le riforme Maria Elena Boschi e sicuramente la nuova richiesta del governo, dopo le modifiche al Dl occorse in Commissione a Palazzo Madama e le polemiche scaturite da parte di una minoranza del Pd e dalla CGIL di Susanna Camusso, non è destinato a placare gli animi.

Il testo del Dl Lavoro, come riportato da "La Repubblica" nella sua versione on line, introduce parecchie novità quali le penali, ma senza assunzione obbligatoria, per le imprese che sforino il tetto del 20% dei dipendenti a tempo determinato, nuove norme sull'apprendistato e il limite di rinnovo di cinque contratti a tempo determinato nel limite dei 36 mesi.

Tutte queste modifiche possono essere considerate una sorta di compromesso tra il Pd e gli altri partiti della maggioranza, Ncd in testa.

A questo punto è considerato piuttosto scontato il voto favorevole da parte dei senatori dell'Ncd e di Sc, mentre i maggiori problemi, in un senato dove la maggioranza governativa è alquanto risicata, potrebbero venire dai franchi tiratori della sinistra del PD, che però sembra non essere compatta nemmeno al suo interno. Infine come si sa, ostilità dal fronte sindacale della CGIL, con la leader Camusso che afferma che il nuovo testo del Dl peggiora un testo già costruito male, e che creerà sempre maggiore precarizzazione. Dall'altra parte, dal fronte della UIL, il segretario Angeletti dà il suo ok al decreto. La partita insomma, per quanto riguarda la "finale" del Senato, è alquanto aperta e incerta.