Il 25 maggio si sono svolte le elezioni e dopo tanti rumori la parola definitiva è stata affidata alle urne.

Le Elezioni Europee sono da sempre un momento politico importante in Italia, spesso al di là del valore intrinseco legato al rinnovo del Parlamento Europeo.

Per la loro collocazione temporale infatti, le Elezioni Europee si sono spesso collocate come elezioni di metà mandato per i governi in carica, ed a volte sono state foriere di risultati sorprendenti che hanno inciso poi inevitabilmente sulla politica interna.

Basti citare le Elezioni Europee del 1984, dove anche sull'onda emotiva legata alla scomparsa del Segretario del PCI Enrico Berlinguer, il Partito Comunista effettuò il sorpasso nei consensi nei confronti della Democrazia Cristiana: 33,3% a 32,29%, un fatto che non si era mai verificato prima né si sarebbe più verificato negli anni seguenti.

In anni più recenti le Elezioni Europee sono state caratterizzate dai grandi mutamenti intervenuti nella composizione dei partiti politici, che spesso hanno utilizzato queste elezioni come una sorta di laboratorio per sperimentare nuove unioni e fusioni.

Ad esempio nel 2004 i Democratici di Sinistra, La Margherita, i Socialisti Democratici Italiani ed una frangia del Partito Repubblicano si presentarono con la lista unica "Uniti nell'Ulivo", un progetto che di fatto sostanziava il percorso di formazione del Partito Democratico, che avrebbe poi visto la luce, non senza tribolazioni, nel 2007; la scelta unitaria fu premiata dagli elettori col 31,08% dei consensi e fu considerato un buon volano per la riconquista del Governo da parte del Centro-Sinistra, che sarebbe effettivamente avvenuta nel 2006, anche se il consenso risultò inferiore alla media dei sondaggi attestatasi intorno al 35%.

Nel 2009 invece fu premiato il centro-destra riunito nel Popolo delle Libertà, che seppur già presentatosi di fatto alle elezioni politiche del 2008, fece effettivamente in queste elezioni il suo esordio ufficiale con un significativo 35,26 % di voti, molto al di sotto però della media del 39-40 % attribuita dai sondaggi.

Per le Elezioni del 2014 gli ultimi sondaggi avevano sancito una generale prevalenza del Partito Democratico, che si sarebbe dovuto attestare tra il 29% ed il 33% seguito dal Movimento Cinque Stelle, dato intorno al 22-25% dai maggiori istituti di analisi; in terza posizione, tra il 18% ed il 20% doveva collocarsi la rinata Forza Italia.

Erano dati sopra il quorum del 4% il Nuovo Centro-Destra e la Lega Nord, mentre segnati in bilico la Lista Tsipras e Fratelli d'Italia.

Il dato però che emergeva in maniera netta era sicuramente la forte astensione/indecisione rilevata da tutti i sondaggi, che si sarebbe attestata intorno al 40% del corpo elettorale.

Proprio questa era l'incognita che non consentiva di fare troppo affidamento sui sondaggi, dal momento che una maggiore imprevista affluenza avrebbe potuto tranquillamente modificare i rapporti di forza tra le Liste che si contendevano i 72 seggi spettanti all'Italia in seno al Parlamento Europeo.

Eppure proprio quello sull'affluenza è stato l'unico dato che i sondaggi hanno saputo interpretare in maniera corretta, infatti l'affluenza totale è stata pari al 57,22 % del corpo elettorale.

Per il resto, se si esclude la sostanziale correttezza delle rilevazioni riguardanti le liste minori, non può non registrarsi l'incredibile fallimento di tutti gli istituti demoscopici.

Il PD che raggiunge il 40,81 ed il Movimento Cinque Stelle fermo al 21,15 hanno letteralmente spiazzato tutti i sondaggisti e, perchè no?, buona parte degli italiani la cui opinione proprio i sondaggi dovrebbero rappresentare.

Sono state date diverse intepretazioni, da quelle sociologiche baumaniane sulla liquidità dei partiti e degli elettori a quelle più strettamente politiche in termini di fiducia al governo in carica, però quanto avvenuto porterà probabilmente ad un ridimensionamento dell'importanza dei sondaggi nell'azione politica, fatto sicuramente nuovo rispetto a quanto accaduto fino ad ora.

E poi in fondo lo sviluppo della rete Internet consente di poter effettuare ricerche demoscopiche in tempo reale e senza i filtri degli Istituti di sondaggio; sia il M5S per la consultazione sulle proposte di legge che il Governo Renzi ad esempio sulla riforma della P.A. hanno cominciato a rivolgersi direttamente al proprio elettorato (i "cinque stelle") e più in generale al popolo italiano per conoscere l'opinione in merito alle azioni da intraprendere.

E' la fine dei sondaggi? E' presto per dirlo, però certamente la loro sacralità in futuro sarà messa in discussione, fosse anche solo per scaramanzia.