Il terzo governo tecnico esecutivo Renzi, dopo le divergenze e il braccio di ferro con l'ex premier Silvio Berlusconi per l'approvazione al Senato delle riforme programmatiche, nella tarda serata di ieri ha avuto la fiducia, scatenando le polemiche del senatore della Lega Nord, Calderoli, il quale ha voluto sottolineare al ministro Boschi e al premier Renzi, che il voto di FI è stato decisivo per il governo sottolineando di essere determinanti e che senza di loro le riforme non si fanno.

Inoltre il senatore del Carroccio ha dichiarato di essersi sentito tradito dal leader di FI, poiché fino all'ultimo gli avrebbe chiesto di tenere duro per non far passare il testo prima delle Elezioni Europee del 25 maggio 2014, mentre successivamente dopo una telefonata con il ministro Boschi, Silvio Berlusconi ha dato il sì alla Commissione: "Sarà il fascino della ministra, se fossi nella Pascale mi preoccuperei" ha concluso Calderoli.

L'accordo sul disegno di legge adottato come testo base, flessibile e aperto a miglioramenti e definizioni, con le proposte dei sindacati e delle associazioni di categoria, che prevede un Senato non elettivo, l'approvazione del ddl Irpef, con il bonus degli 80 euro, i tagli all'Irap per le imprese, il ddl lavoro e la riforma della PA, secondo il premier Matteo Renzi è un passo avanti per uscire dalla "palude".

Forti anche le polemiche e gli attacchi degli esponenti del M5S che hanno insinuato che dietro il nuovo accordo Berlusconi-Renzi sulle riforme programmatiche ci sia una contropartita elettorale. Ad ogni modo, secondo l'indiscrezione del Corriere della Sera Economia, entro maggio uscirà la graduatoria dei 106 nuovi assunti dirigenti PA, vincitori del concorso bandito dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione del 2011.