Dopo il lancio di monetine a Bettino Craxi, e lo scandalo di Mani Pulite, con la conseguente scomparsa nominale della Democrazia Cristiana, l'italiano medio degli anni Novanta, andò alla ricerca di una Seconda Repubblica. Lo scopo sembrò raggiunto con l'ingresso della Lega Nord in Parlamento e con la "discesa in campo" di Silvio Berlusconi, che nel 1994 fondò Forza Italia.

L'Italia che ho in mente - Il clima è soddisfacentemente rappresentato da Paolo Guzzanti quando scrive che: "Gli italiani che affidano a Berlusconi la prospettiva di un futuro profondamente diverso e profondamente liberale del loro Paese sono preoccupati, frustrati e in molti casi terrorizzati all'idea di dover seguitare ad avere al governo le stesse persone, gli stessi comportamenti, gli stessi vizi culturali che hanno prodotto la manomissione della verità." (dalla prefazione al libro "L'Italia che ho in mente" - I discorsi 'a braccio'di Silvio Berlusconi, ed.

Arnoldo Mondadori Editore).

Ma la storia di un ventennio e gli ultimi fatti dei giorni nostri, hanno ampiamente dimostrato che anche la Seconda Repubblica non ha liberato gli italiani dal suddetto terrore, ma anzi li ha gettati in un clima di sfiducia politica e inerzia che mai nella storia della Repubblica Italiana si era verificato. Berlusconi non era solo quando scese in campo la prima volta, ma si avvalse della solida collaborazione di Marcello Dell'Utri, suo stretto collaboratore fin dagli anni Settanta, nonché socio in Publitalia '80 e poi dirigente Fininvest. Ha goduto del suo appoggio politico e personale, e peregrinato, negli anni, in vicende di dubbie alleanze.

Eppure un cavallo di battaglia di Forza Italia ai suoi albori fu il seguente: "…l'Italia è il Paese che ha oggi la più alta concentrazione di attività delle organizzazioni criminali.

Solo le più grandi sono almeno quattordici. Sono impiantate nel nostro territorio e svolgono in modo quasi imprenditoriale le loro consuete attività: lo spaccio di droga, la prostituzione, il contrabbando, il gioco d'azzardo, il racket, l'usura, i furti d'auto, i furti negli appartamenti. Hanno realizzato in certi casi una vera e propria occupazione del territorio, e zone sempre più vaste sono passate dal controllo dello Stato al controllo della delinquenza organizzata.".

Ineccepibile la descrizione, come fatta da chi conosceva bene e a fondo lo stato delle cose.

Dell'Utri condannato

Marcello Dell'Utri è stato definitivamente condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e Silvio Berlusconi affidato ai servizi sociali. Le loro biografie sono ampiamente pubblicate e nulla ci sarebbe da aggiungere, poiché i fatti si commentano da soli.

Rimane solo da ricordare agli italiani, che a breve si ritroveranno nelle urne elettorali per le elezioni europee 2014, che la giustizia deve sempre seguire il suo percorso e va difesa, sempre, e ciò in perfetta sintonia con quanto declamò Berlusconi nel febbraio del 2000: "Siamo impegnati a dare agli italiani una giustizia giusta, per garantire che i delinquenti siano rapidamente processati e puniti e per garantire che gli innocenti vedano pienamente rispettati i loro diritti".