Il Parlamento difende il Servizio Bilancio del Senato e critica il Presidente del Consiglio. E lo fa all'unanimità, con il via libera di un autorevole membro del governo come il viceministro all'Economia Enrico Morando.

Dopo i rilievi del Servizio Bilancio di Palazzo Madama, che aveva espresso dubbi su alcune delle coperture previste nel decreto dei famosi 80 euro, avevano fatto notizia le critiche del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che aveva attaccato così: "Sarei curioso di sapere quanti di quelli che contestano le coperture degli 80 euro hanno stipendi sopra il tetto dei 240mila euro, e ovviamente è un caso che quelle critiche vengano dal Senato che voglio abolire".

Ieri, in Commissione Bilancio, su proposta del Presidente della Commissione Antonio Azzollini, che è un senatore del Ncd e dunque della maggioranza, è stato votato un ordine del giorno che ribadisce la "consolidata tradizione di autonomia e di indipendenza", il "pregevole lavoro", e dunque la "piena fiducia nell'autonomia, nell'indipendenza oltre che nella professionallità dei funzionari" del Senato, per il loro "prezioso lavoro di supporto tecnico". Il Presidente Azzollini ha voluto esprimere una "forte censura" nei confronti delle dichiarazioni del premier, definite "fortemente lesive della consolidata tradizione di autonomia e di indipendenza che ha costantemente contraddistinto l'attività degli uffici del Senato a supporto dell'Istituzione parlamentare".

Il rappresentante del governo presente era appunto Morando, che ha ricordato - da senatore di lungo corso - come l'irritazione degli Esecutivi nei confronti del Servizio Bilancio non sia una novità, come non è una novità la tradizione di indipendenza e di autonomia che contraddistingue le Amministrazioni del Parlamento. E non ha potuto che associarsi alle considerazioni critiche contenute nel documento proposto da Azzollini, anche perché è sempre "sbagliato reagire alle critiche non con obiezioni di merito, bensì attraverso la delegittimazione dell'interlocutore".

Il documento è stato votato all'unanimità. Tra l'altro a criticare in modo analogo il premier era stato con un editoriale Antonio Polito del Corriere della Sera, severo nei confronti di quella che considera una tendenza del giovane rottamatore: quella di denigrare, come mossi da interessi personali da difendere, tutti coloro che esprimono critiche all'Esecutivo.

In ogni caso il voto di ieri in Commissione Bilancio potrebbe avere un ulteriore conseguenza, perché toccherà ora al Presidente del Senato Grasso la decisione se intraprendere ulteriori passi di censura nei confronti del governo e di Renzi.