Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha escluso categoricamente una eventuale manovra correttiva. Il premier, ospite alla trasmissione radiofonica 24Mattino su Radio 24, ha risposto in maniera secca ed esplicita ad una domanda postagli dal conduttore circa la possibilità di una manovra che potrebbe rendersi necessaria dopo i preoccupanti dati negativi del primo trimestre 2014.

"La manovra si è fatta, ma per tagliare le tasse. Ho sentito dire che il provvedimento sugli 80 euro è niente, forse per chi guadagna molti soldi è così. Per me è una misura di giustizia sociale.

È il primo taglio delle tasse di questo Paese". Il premier considera questa una misura anticiclica soprattutto considerando i dati del Pil resi noti ieri dal'Istat. Proprio in virtù di questi dati il commento di Renzi è stato: "Abbiamo dati sostanzialmente uguali a quelli di Francia e Germania. Si deve accelerare sulle cose necessarie per il rilancio", dimostrando tutta la sua fiducia nel percorso intrapreso dal suo Governo. Il mio, ha spiegato, "non e' ottimismo stupido ma che fa i conti con la realtà. Non diciamo che la crisi sia finita ma i segnali della ripresa sono importanti".

Un po' rammaricato invece per non essere riuscito insieme all'esecutivo a far inserire gli sgravi Irpef per incapienti e partite Iva.

"Mi dispiace Che non siamo riusciti a mettere nel decreto Irpef anche loro. Riusciremo a farlo con la legge di Stabilità, nel settembre-ottobre 2014 per il 2015", ha affermato.

Il caso Genovese

Continuando il suo intervento radiofonico il capo del Governo ha poi risposto, ribadendo la posizione del suo partito, ad una domanda riguardo la richiesta di arresto, approvata dalla Camera, dell'ex deputato Pd Francantonio Genovese, imputato per associazione a delinquere, riciclaggio, peculato e truffa.

"Genovese non ha avuto trattamenti negativi, sono vent'anni che diciamo che la legge è uguale per tutti, se vale per Berlusconi vale anche per noi" ha ribattutto Renzi, facendo intendere dunque che l'ex deputato non è stato immolato in seguito agli attacchi lanciati da Grillo al Partito Democratico colpevole, secondo il leader M5S, di voler "salvare" l'ex sindaco di Messina.