Nella notte hanno ripreso il via i bombardamenti su Sloviansk, roccaforte nella regione ribelle di Donestk, in Ucraina. Da Donetsk si parla di "vittime tra i civili", mentre i ribelli marchiano l'attacco come una "vendetta per l'abbattimento di elicotteri". 

Intanto una commissione di inchiesta russa ha dichiarato che, colpendo i civili, i militari ucraini si sono resi colpevoli di una violazione delle convenzioni di Ginevra. I ribelli rincarano la dose di accuse asserendo che l'attacco è stato sferrato per mezzo di proiettili a frammentazione particolarmente cruenti, oltre all'uso di armi pesanti di vario tipo, elicotteri e carri armati.

Nel frattempo però anche Putin è intervenuto, esprimendo la sua volontà di bloccare questa operazione, quindi sostenendo l'interruzione degli scontri da parte di entrambe le fazioni presenti sul territorio.

Ma la violenza prosegue inarrestabile: nella zona est dell'Ucraina alcuni contadini hanno testimoniato il ritrovamento di una fossa comune contenente al suo interno una quindicina di cadaveri in stato di decomposizione, nel bel mezzo di un bosco. Alcuni sostengono che i corpi siano appartenenti a miliziani di Donbass che si sono rifiutati di prendere parte al combattimento, molti dei quali particolarmente giovani. 

Sempre all'interno del territorio ucraino, i leader ribelli hanno fatto pervenire un nuovo ultimatum nei confronti degli ucraini stessi che presidiano l'aeroporto di Donetsk, intimandone l'abbandono.

I separatisti hanno dichiarato che se il territorio non verrà abbandonato procederanno all'attacco armato, convinti di un imminente arrivo di rinforzi pro-Kiev.

Nel frattempo però sono anche stati liberati i 4 osservatori Osce arrestati dalle milizie ribelli di Lugansk, e dei quali alle di 18 della giornata di ieri (ora italiana) se ne erano momentaneamente perse le tracce.

Attualmente i ribelli sembrerebbero aver smentito un loro diretto interessamento all'interno di quest'ultima questione, anche se le parti opposte dichiarano il contrario. 

Ed è lo stesso governo ucraino, per mezzo del presidente appena eletto Petro Poroshenko, ha tuonare contro i ribelli nemici del popolo ucraino, sostenendo con ferrea forza che i loro atti criminali "non resteranno impuniti".