Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto il premier Matteo Renzi per fare il punto sull'iter delle riforme. Si è trattato di un incontro già programmato da tempo, ma che è giunto in un momento di possibile svolta, determinato dal colpo di scena della volontà manifestata dal Movimento 5 Stelle di partecipare al confronto sulla legge elettorale.

E il Presidente ha colto al volo l'opportunità dell'apertura grillina per caldeggiare un coinvolgimento il più ampio possibile sul tema delle riforme.

Una vera e propria "benedizione" alla disponibilità del Movimento che, ancora oggi, Beppe Grillo ha ribadito e rafforzato con un "noi facciamo sul serio".

La proposta del Movimento 5 Stelle

Un rafforzamento probabilmente reso necessario dalla prudenza manifestata dal Renzi, timoroso di una trappola a 5 stelle. Intanto, a riprova della buonafede di Grillo e Casaleggio, è arrivata la presentazione della proposta di legge elettorale, definita Democratellum, che dovrà essere, secondo i proponenti, il punto di partenza del confronto con il PD.

Si tratta di una proposta nata dal lavoro di migliaia di militanti che hanno dato il loro contributo alla sua definizione attraverso interventi e dibattiti in rete.

Nello specifico, la legge elettorale elaborata dal M5S è basata su un sistema proporzionale, con premio di maggioranza da assegnare al partito che raggiunge il 40%, ma la vera novità è rappresentata da un meccanismo che permette agli elettori non solo di esprimere delle preferenze, ma anche di penalizzare i condidati sgraditi.

La posizione di Renzi

Proprio il punto di partenza del confronto pare essere il primo scoglio sulla strada del dialogo Renzi-Grillo, dal momento che anche il premier pone come condizione la discussione a partire dell'Italicum, che ha già ottenuto l'approvazione alla Camera, grazie al sostegno di Forza Italia, Scelta Civica e Nuovo Centrodestra.

Renzi, quindi, non pare disposto a rischiare l'appoggio finora ottenuto grazie al patto del Nazareno, ma è consapevole di poter giocare la carta Grillo per sottrarsi al ricatto berlusconiano.

Grillo, da parte sua, sembra aver preso atto dei limiti della politica isolazionista fin qui perseguita e cerca di uscire dall'angolo, in cui è stato relegato dalla perdita di consensi, ritagliandosi il ruolo di interlocutore preferenziale del PD nel processo delle riforme.

Basterà attendere pochi giorni, fino al prossimo streaming, per seguire le mosse della partita a scacchi tra Renzi e Grillo, con Napolitano a fare da arbitro e Bersani in quello di precursore incompreso.