Non sembra esserci pace per il M5S, dopo il mezzo passo falso e l'oggettivo ridimensionamento del post Elezioni Europee. Nel Cinque Stelle ferve, infatti, un acceso dibattito interno ed esterno circa le future possibili alleanze in Europa.

Come molti sapranno, gran parte dei vertici del Movimento, a partire da Casaleggio e dal leader Grillo, spingono tenacemente per un' alleanza all'interno dell'EFD dell'UKIP, il partito guidato da Nigel Farage, al centro di pesanti accuse di xenofobia, omofobia e altre poco nobili fobie. La base invece, soprattutto quella che si esprime sui social network, sembra piuttosto timorosa, recalcitrante, quando non del tutto contraria, ad una tale alleanza, che, argomentano, potrebbe portare ad un'ulteriore emorragia di voti al Movimento, e spingono invece per un'alleanza nel gruppo dei Verdi, che peraltro rappresentano in Europa il terzo gruppo per dimensioni.

Mentre l'UKIP è al momento solo il quarto.

Come riporta il "Fatto Quotidiano", inoltre, in questi giorni, proprio il leader Beppe Grillo, sul suo blog, ha continuato a postare materiale a sostegno della sua posizione di alleanza con l'UKIP, sostenendo che esista una campagna di informazione pilotata per fare passare Farage e il suo partito per qualcosa che non sono. Anche se non è oggettivamente semplice giustificare certe affermazioni dello stesso leader inglese contro le donne, contro gli stranieri e contro i gay. Anche se formalmente l'UKIP è un partito antifascista e antirazzista, la sua immagine è tutt'altro che chiara e presenta anzi diverse ambiguità di fondo che potrebbero essere letali per il M5S.

Inoltre, c'è anche da sottolineare come la convergenza tra i due partiti non sia affatto totale e completa, poichè il partito inglese, oltre ad essere contro tutti gli stranieri in Gran Bretagna, è anche vicino ai grandi ambienti finanziari della City. L'interesse per una eventuale alleanza dunque sarebbe dato dal fatto di avere totale libertà di voto all'interno del gruppo dell'EFD.

Nei Verdi invece sarebbe leggermente più complicata questa questione, anche se formalmente nel Parlamento Europeo i deputati non sono soggetti ad alcun vincolo di mandato. Diversi temi unirebbero il partito di Grillo a quello dei Verdi, a cominciare ovviamente dalla difesa dell'ambiente. Il problema principale, però, stando allo stesso leader, sarebbe che il gruppo dei Verdi non è antieuropeista e non si pone come un partito totalmente pacifista, avendo sostenuto l'invasione della Libia del 2013.

Inoltre a complicare le trattative c'è anche la tensione crescente tra Beppe Grillo, che giornalmente attacca i Verdi sul suo blog, e quest'ultimi, che nei giorni scorsi, come rivelato dallo stesso quotidiano, hanno invitato apertamente i tanti deputati cinquestelle contrari all'alleanza inglese a confluire nel loro gruppo. Insomma la situazione è ben al di là dall'essere risolta. Qualunque sarà alla fine la scelta è facile prevedere che le polemiche non saranno mai del tutto risolte. Come sempre quando si parla del M5S e di Beppe Grillo.