Le condizioni di salute del leader del Partito Radicale potrebbero destare più di una preoccupazione. Marco Pannella, infatti, è stato costretto a sospendere lo sciopero della fame e della sete, condotto come protesta per la situazione nelle carceri italiane.

Sappiamo come l'esponente politico abbia usato 'quest'arma' in tutto il corso della propria vita per sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica sui grandi temi cari al Partito Radicale, ma questa volta la precarietà del suo fisico ha indotto i medici a ordinare a Pannella di sospendere la sua protesta pacifica.



In particolar modo, è stata una biopsia ai polmoni a far suonare un campanello d’allarme che potrebbe avere risvolti anche gravi come spiegato dallo stesso Pannella ai microfoni della sua radio. Il leader radicale ha parlato di probabile fatto tumorale e di come sia importante, in questo momento, per i medici stabilire di cosa si tratti, visto che quando si parla di tumori c'è di mezzo una gamma articolata e diversa di fenomeni. Bisognerà attendere almeno una decina di giorni per ottenere un responso degli esami, ma prima di allora + necessario che lo sciopero della fame e della sete venga sospeso.



Al momento sembra che Pannella sia intenzionato ad effettuare uno stop solo di trentasei ore ed ovviamente cresce la preoccupazione: sono diciannove giorni che il leader radicale sta conducendo il suo sciopero unitamente alla segretaria del Partito, Rita Bernardini.

I medici stanno cercando di convincere il politico ad interrompere definitivamente la propria protesta visto che il suo fisico si trova in un evidente stato di denutrizione testimoniato da un peso di 75 chilogrammi, inoltre, si parla anche di 'un processo espansivo polmonare la cui natura è tutta ancora da determinare'.

Ricordiamo quali sono i motivi dello sciopero della fame e della sete di Marco Pannella e di Rita Bernardini: si tratta di una richiesta ben precisa allo Stato riguardante l'intervento immediato nel garantire le cure oggi negate a migliaia di detenuti che non possono essere curati nelle strutture carcerarie'. Secondo Pannella i responsabili di questa situazione sono il ministero della Giustizia, quello della Sanità e i magistrati di sorveglianza.