È giunta l'ora per il Parlamento di pronunciarsi sugli oltre settemilaottocento emendamenti presentati al testo del disegno di legge proposto dal governo Renzi per la riforma del Titolo V della Costituzione e del Senato, l'Italicum. I tempi previsti per la discussione e il voto si aggirano intorno alle tre settimane, ma tale previsione appare alquanto ottimistica, visto anche il clima parlamentare che, dopo un'apparente apertura dell'opposizione del Movimento Cinque Stelle, è ritornato ad essere infuocato.

La decisione del ministro Boschi

Il governo ha fiutato già l'aria pesante ed ha affidato al ministro Maria Elena Boschi il compito di mettere subito le cose in chiaro. Nell'intervento del ministro per le riforme, infatti, si è potuta avvertire tutta la decisione che ha l'esecutivo di andare avanti per la sua strada indipendentemente dalle critiche. «Non ci preoccupa l'ostruzionismo, se serve rinunceremo alle ferie» ha detto il ministro all'aula del Senato questa mattina, una battuta che nasconde insieme una volontà di andare fino in fondo e una preoccupazione malcelata di non riuscire ad approvare l'Italicum prima della pausa estiva.

La presentazione del testo

La presentazione del disegno di legge dell'Italicum ha dato la possibilità al ministro di fare un bilancio di questi primi mesi di governo e di avvertire che è intenzione dell'esecutivo di proseguire fino alla scadenza naturale della legislatura, tanto che nei prossimi mesi - ha annunciato la Boschi - presenterà un progetto degli ultimi mille giorni di governo. La parola "cambiamento" è stata in assoluto quella più pronunciata nel discorso, segno che il leitmotiv renziano non è venuto meno ma anzi è ancora il fine ultimo di ogni scelta dell'esecutivo.

Le critiche ai grillini

Le parole più dure il ministro Boschi le ha avuto, manco a farlo apposta, per i senatori del Movimento Cinque Stelle: «ho sentito parlare di svolta autoritaria. Questa è una allucinazione e come tutte le allucinazioni non può essere smentita con la forza della ragione. Non c'è niente di autoritario. Parlare di svolta illiberale è una bugia. Fanfani diceva che le bugie in politica non servono. Si può essere d'accordo o meno con queste riforme, si può votarla o no ma parlare di svolta illiberale è una bugia e le bugie in politica non servono» ha detto in aula.

La prova più dura

Sicuramente le riforme sono il terreno più impervio per qualsiasi governo, ma anche la sola possibilità di superare l'attuale palude istituzionale e cercare una ripresa non solo economica ma anche e soprattutto politica. Al di là dell'approvazione dell'Italicum, che sicuramente sarà la prova più dura perché riguarda le regole del gioco e nessuno vorrà che altri le scrivano, c'è una serie di riforme da attuare necessariamente entro la fine della legislatura se si vuole che l'Italia abbia qualche possibilità di farcela.