"Non abbiamo ancora un sistema penitenziario all'altezza della civiltà del nostro Paese, ma senza troppo clamore siamo progressivamente usciti dalla situazione di sovraffollamento carceri".

Lo ha dichiarato stamane ad Agrigento il ministro della Giustizia Andrea Orlando che però ha preferito non replicare al presidente del Gruppo di lavoro dell'Onu sulla detenzione arbitraria Mads Andenas che ieri a margine di un'ispezione di tre giorni in Italia ha scritto in un comunicato stampa che misure straordinarie di clemenza come quelle proposte dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (indulto e amnistia) sono "quanto mai urgenti per garantire la conformità al diritto internazionale".

Giustizia, indulto e amnistia, Orlando non replica all'Onu sul sovraffollamento carceri

"I dati ci dicono - ha detto il guardasigilli in Sicilia per confrontarsi con politici, avvocati, magistrati sulla riforma della giustizia del Governo Renzi - che il gap tra posti disponibili e detenuti è attualmente attorno ai 7 -8 posti. Questo vuol dire - ha proseguito il ministro della Giustizia - che non c'è più nessun detenuto al di sotto dei tre metri quadri e del resto - ha sottolineato - più di quello che dico io vale quello che ha detto dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che ha apprezzato i significativi progressi fatti dall'Italia".

Sovraffollamento carceri, Orlando: 'L'emergenza è alle spalle'

Questa riduzione del sovraffollamento carceri, contro il quale il presidente della Repubblica con un messaggio alle Camere ha chiesto misure straordinarie di clemenza come amnistia e indulto, è stata possibile "grazie a un'azione del Parlamento molto importante - ha detto il ministro Andrea Orlando riferendosi alla legge sulle pene alternative e la messa in prova ai servizi sociali oltre che al recente decreto svuota carceri mentre si discute di indulto e amnistia - e al fatto che abbiamo iniziato a fare in modo più sistematico i rimpatri dei detenuti stranieri e al fatto che abbiamo ormai firmato 13 - 14 convenzioni con le regioni italiane per fare in modo che i detenuti tossicodipendenti possono scontare una parte della pena in comunità".

Per quanto riguarda la Regione siciliana ancora non è stata firmata nessuna convenzione sulle carceri, mentre si attende ancora dal governatore Rosario Crocetta la nomina del Garante dei diritti dei detenuti.

Orlando in Sicilia: 'Riforma giustizia per la ripresa economica dell'Italia'

Ma Orlando è arrivato in Sicilia per confrontarsi soprattutto sulla riforma giustizia 2014.

"Abbiamo indicato i 12 obiettivi della riforma della giustizia e abbiamo aperto una consultazione anche sul web, stiamo ricevendo tante e-mail e proposte da operatori della giustizia e credo che tra la fine di agosto e l'inizio di settembre - ha detto ad Agrigento il ministro della Giustizia - avremo i primi articolati sulla base di questa consultazione".

Come va cambiata la giustizia in Italia? "La giustizia va cambiata - ha detto il ministro Andrea Orlando - facendo in modo che sia uno strumento e una leva per la ripresa economica. Oggi - ha aggiunto il guardasigilli del Governo Renzi- se guardiamo la giustizia civile, il suo funzionamento peso un punto percentuale di Pil in negativo. In Italia - ha detto ancora il ministro Orlando - per avere la possibilità di esigere un credito si aspetta talvolta 8 o 9 anni, tutto ciò rende l'Italia non appetibile dal punto di vista degli investimenti internazionali".