Dalla riforma della Pubblica Amministrazione sembra ci siano importanti novità. In questi giorni se n'è parlato molto e da quanto detto dal ministro Marianna Madia, qualcosa cambierà, le sue intenzioni si rivolgono ad una maggior previdenza. Cosa ci attende dunque e quali saranno queste importanti novità?

Riforma Pa, calcolo contributivo: cosa cambierà

Siamo già venuti a conoscenza del metodo contributivo da qualche tempo grazie all'ormai famosa "opzione donna", chiamata così proprio perché le donne erano le uniche beneficiarne, ma ora viene ampliata anche agli uomini.

Si tratterebbe della possibilità di andare in pensione a 57 anni (58 per i lavoratori autonomi) nel caso in cui sia stata maturata un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni di età. La rendita in questo caso verrebbe calcolata attraverso il metodo contributivo, che, in casi specifici, potrebbe portare ad una notevole diminuzione dell'assegno pensionistico. Tale normativa verrà applicata fino al prossimo 2018.

Riforma PA, opzione part time: cosa cambierà

Le novità della riforma non finiscono qui, poiché vi è una possibile scelta di inserire l'orario part-time per il raggiungimento della pensione. Verrà data la possibilità di dimezzare l'orario di lavoro a tutti i dipendenti pubblici a cui mancheranno 5 anni o meno per raggiungere la pensione, in cambio di un taglio sulla contribuzione ovviamente.

Un'iniziativa interessante, ma quali saranno i vantaggi? Da una parte, il dipendente che lavora in regime part-time conserva gli stessi diritti previdenziali di un dipendente che lavora a tempo pieno, dall'altra, si andrà incontro ad un tanto acclamato cambio di generazione, dà infatti maggior possibilità ai giovani di trovare un impiego lavorativo.