Il Senato ha ufficialmente approvato il ddl Boschi-Renzi-Berlusconi per le riforme costituzionali riscrivendo così di fatto la nostra Costituzione: limitandoci ai soli effetti che la legge avrà con riferimento ad Amnistia e Indulto 2014, va sottolineato che per i due provvedimenti di clemenza generale molto è cambiato dal punto visita normativo. Viene innanzitutto ad essere ufficiale il nuovo volto dell’art. 79 della Costituzione: l’articolo disciplina in particolare la concessione di Amnistia e Indulto, e se prima statuiva come i due provvedimenti di clemenza generale dovessero essere ratificati da entrambe le ali del Parlamento adesso, per effetto dello stesso ddl Boschi-Renzi-Berlusconi, prevede che sia la sola Camera dei Deputati a decidere al riguardo.

Tra le novità entrate in vigore con riferimento ad Amnistia e Indulto 2014 anche l’inammissibilità di un referendum sui due provvedimenti nonché l’impossibilità di presentare disegni di leggi ad iniziativa popolare che abbiano ad oggetto le due misure di clemenza generale. Cerchiamo adesso di entrare più nei particolari: nonostante il ddl Boschi-Renzi-Berlusconi riscriva l’iter di approvazione di Amnistia e Indulto 2014 né Orlando né le Istituzioni paiono al momento orientate a concedere i due provvedimenti.

Amnistia e Indulto 2014: Senato approva ddl Boschi-Renzi-Berlusconi, vediamo che cosa cambia per i due provvedimenti di clemenza generale

Partiamo col rammentare che il ddl Boschi-Renzi-Berlusconi ha riformato l’art.79 della Costituzione inerente Amnistia e Indulto 2014: se prima Amnistia e Indulto andavano concessi con ‘legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera’, dal 2018 in poi, i due provvedimenti saranno concessi ‘con legge deliberata a maggioranza della sola Camera dei Deputati’. Il fatto che il Senato non avrà più potere di decisione appare di per se già significativo, non foss’altro perché per una volta viene snellito un passaggio ‘burocratico’ velocizzando i tempi di ratifica di un provvedimento. Per effetto dello stesso ddl, a partire dal 2018 il Senato sarà composto da solo 100 individui, 95 eletti nei consigli regionali e 5 nominati dal Presidente della Repubblica: Amnistia e Indulto 2014 non rientreranno dunque più tra le competenze di Palazzo Madama, con gli stessi provvedimenti di clemenza generale che non potranno essere oggetto di referendum o disegni di legge ad iniziativa popolare. Nonostante l’iter di approvazione delle due misure straordinarie risulti enormemente semplificato non vi sono al momento all’orizzonte avvisaglie di una loro possibile ratifica in tempi immediati: certo il governo potrebbe aver acquisito una sensibilità differente sull’argomento, soprattutto perché le autorità europee sono tornate a chiedere la ratifica di Amnistia e Indulto 2014 per bocca del gruppo di lavoro dell’ONU che ha recentemente ispezionato le carceri italiane. Da tempo il ministro Orlando non si pronuncia sui due provvedimenti, né ha mai rilasciato dichiarazioni sul monito mosso dall’ONU: il guardasigilli continua i colloqui per finalizzare la riforma della giustizia ma prosegue anche nell’ignorare l’invito mossogli dalla Commissione Giustizia del Senato che vorrebbe discutere in un audizione privata i due ddl aventi ad oggetto proprio Amnistia e Indulto 2014. In queste settimane stiamo lanciando diversi sondaggi e vorremmo conoscere anche il Vostro parere. L’ONU ha rilevato picchi di sovraffollamento carcerario ancora elevatissimi (in complesso sono risultati detenuti oltre 63mila individui a fronte di 45mila posti disponibili), Voi cosa pensate al riguardo? Ritenete che il governo Renzi faccia bene a procedere per gradi o vorreste la ratifica di Amnistia e Indulto 2014? Dateci il Vostro giudizio commentando l’articolo qui sotto!