Sono passati solo alcuni giorni dall'approvazione del decreto svuota carceri, eppure il tema continua a destare grande interesse e attenzione per i suoi importanti risvolti sociali. Mentre nelle carceri si cominciano a fare i primi conti circa i risultati, sembra che l'impatto sulla riduzione del sovraffollamento sia positivo. Le carceri italiane hanno cominciato lentamente a svuotarsi, come si può facilmente leggere sui giornali locali. Triesteprima.it, ad esempio, parla di un buon 20% di detenuti che hanno abbandonato le strutture di sicurezza del carcere Coroneo; un dato che se nelle prossime settimane sarà confermato anche per le altre strutture del Bel Paese, potrà misurare l'efficacia operativa del dispositivo di legge licenziato nella scorsa settimana.

I principali operatori del settore (forze dell'ordine e personale amministrativo delle carceri) stanno monitorando con attenzione i primi effetti del provvedimento. Anche se non si può parlare di un vero e proprio atto di clemenza, amnistia o indulto, le nuove misure di conversione della pena per chi ha commesso reati minori si stanno evidenziando come indispensabili per alleggerire il peso della densità detentiva. Bisogna ricordare che molte strutture carcerarie italiane risultano vicine al collasso, come d'altra parte già accertato dalle numerose commissioni d'inchiesta (anche parlamentari) che si sono succedute negli anni passati, oltre che dai ricorsi dei detenuti presso la Corte di giustizia Europea.

Oggi l'intervento del Ministro Andrea Orlando in Senato

Il primo punto ufficiale della situazione sarà fatto dal Guardasigilli Andrea Orlando; il suo intervento presso il Senato è molto atteso e riguarderà con buona probabilità tanto il provvedimento svuota carceri quanto la riforma della giustizia nel suo complesso. Sarà probabilmente in questa occasione che si potranno avere nuovi dati a livello nazionale sui primi effetti del provvedimento di clemenza; è chiaro che dopo lunghi mesi di discussione le aspettative sono alte.

Orlando aveva espresso i propri pareri sulla Riforma già il 2 agosto, quando ha dichiarato tramite il sito Giustizia.it che "non si può ritenere risolto il problema del sistema penitenziario, ma abbiamo superato la febbre. Ora ci sono le condizioni per un intervento organico". Facile che il discorso di oggi al Senato riprenderà a partire da questo stato di fatto, che mostra comunque la soddisfazione del Ministro per una Riforma da lungo tempo attesa e considerata davvero operativa.