Si sta giocando una partita molto importante in Parlamento. Non solo per la portata delle riforme ("Di caratura storica", le ha definite Matteo Renzi ndr) ma anche per la futura composizione di Camera e Senato. Il premier Matteo Renzi, in questi mesi, ha spinto sull'acceleratore sulle riforme: lavoro, PA, senato, legge elettorale, ecc. Tuttavia oltre alla sete di dimostrare il proprio valore a livello nazionale ma anche internazionale (inglesismi a parte ndr), c'è un pericolo, fiutato da lontano, della possibilità di elezioni anticipate. Il trade-union tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi è proprio questo.

Il patto del Nazareno sancisce proprio questo. Prima la legge elettorale e altre riforme e poi nuove elezioni per tentare di arginare il fenomeno Beppe Grillo.

Ma non sono solamente gli accordi che spingono il premier Renzi verso le elezioni anticipate. Il timore riguarda soprattutto gli alleati di governo. Nuovo centrodestra di Angelino Alfano ed i "resti" di Scelta Civica non saranno dei partner affidabili soprattutto dopo l'approvazione della legge elettorale. Mentre il ministro dell'interno ha dato mille giorni al governo per completare quanto in ballo sul piatto delle riforme, i membri dell'ex partito di Mario Monti, sono alla ricerca di una casa e quindi potrebbero mal digerire l'autorità di Renzi e approdare verso lidi più comodi quali Forza Italia ed il partito di Alfano (che si sta fondendo con l'Udc e Popolari per l'Italia).

Renzi sa bene che se la partita delle Riforme si dovesse chiudere domani, avrebbe un vantaggio in quanto potrebbe spendere in campagna elettorale quanto di buono svolto in questi mesi. Il confronto con l'esecutivo di Letta è imbarazzante. Per questo l'ex sindaco di Firenze sa benissimo che è in vantaggio se si dovessero tenere le elezioni nel breve periodo.

Più passa il tempo e più aumenta il rischio di far crescere i propri avversari o rimanere impantanato in Parlamento con le spinte di Movimento Cinque Stelle Lega (ma anche Sinistra e Libertà) che stanno facendo di tutto per bloccare le riforme. Bisogna far presto quindi, ed il premier Renzi questo lo sa bene.