Si terrà tra due giorni un attesissimo Cdm, primo atto ufficiale del governo dopo la pausa estiva. Nelle intenzioni di Matteo Renzi dovrà essere una riunione che sancisca un rapporto sinergico con le varie parti sociali chiamate a contribuire all'opera di cambiamento dell'Italia. Il programma di venerdì 29 include tre interventi che riguardano la problematica afferente allo sblocco di fondi per rilanciare le opere pubbliche che hanno già ricevuto l'approvazione di natura economica, la questione riguardante la giustizia con attenzione sia al civile che al penale e le nuove direttive per l'istruzione, delle quali si è molto parlato nei giorni appena trascorsi.

Fra questi sicuramente il tema scuola è quello predominante nella mente di Matteo Renzi, con la presentazione di un "grande patto formativo" in grado di ridarle lustro.

L'avvio di una stagione del dialogo

Dal Cdm di venerdì prossimo dovrà emergere come priorità imprescindibile la costituzione di un gruppo di intesa con le parti interessate al tema dell'istruzione scolastica. Nei prossimi mesi verranno illustrate le proposte governative di concerto con docenti, studenti e presidi che saranno chiamati ad esprimere le idee al riguardo già esposte a più riprese al ministero di Viale Trasetevere. Il premier intende in definitiva dare l'avvio ad una sorta di iniziativa porta a porta, coinvolgendo nella discussione tutti i soggetti interessati, sgombrando il campo dalle varie congetture formulate dai politici e riportate da stampa e tv.

Renzi frena la Giannini

Tanto per chiarire da subito evidenziamo che non ci sarà nessun blocco di supplenze, nessuna eliminazione di graduatorie o rivoluzione che lasci a piedi insegnanti precari e aspiranti tali. Niente sussidi alle scuole private. Renzi frena il ministro Giannini dimostrando di non aver gradito per niente le sue uscite su un tema delicatissimo come quello della formazione dei docenti e della loro immissione in ruolo.

Nei social si infiammano i dibattiti tra precari "gabbati" da una informazione frettolosa e deficitaria. Le cose stanno in quest'altro modo: venerdì 29 ottobre il Cdm non parlerà affatto di dare soldi alle scuole private. Non è previsto, nemmeno pensato o inserito in agenda. La questione in verità è molto semplice: essa riguarda esclusivamente le coperture necessarie in base alle effettive disponibilità del governo.

Tradotto significa che bisognerà scegliere come impiegare il miliardo di euro (uno solo, badate bene) per rinnovare la scuola. Si vedrà se privilegiare le strutture piuttosto che i docenti o viceversa. La coperta è corta e non consente voli pindarici o illazioni di sorta.