L'emendamento su amnistia e indulto votato a scrutinio segreto nell'ambito dell'esame del ddl per le riforme costituzionali del ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha rischiato seriamente di mettere in imbarazzo il Governo Renzi nell'Aula di a Palazzo Madama. Per un soffio, infatti, il Senato della Repubblica, presieduto da Pietro Grasso, ha bocciato l'emendamento del senatore Felice Casson (Partito democratico) come primo firmatario, che avrebbe soppresso l'articolo 18 del disegno di legge sulle riforme costituzionali su cui è stato stretto l'accordo tra il premier e segretario del Pd Matteo Renzi e l'ex premier e attuale leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che limita alla sola Camera dei Deputati le competenze parlamentari in materia di concessione di amnistia e indulto, le misure straordinarie di clemenza previste dalla Costituzione italiana ad efficacia retroattiva che prima venivano concessi direttamente con decreto del Capo dello Stato e che attualmente necessitano della maggioranza dei due terzi dei due rami del Parlamento.

Riforme, il Senato non voterà su amnistia e indulto, nuovo incontro Renzi - Berlusconi

I voti contrari all'emendamento votato a scrutinio segreto sono stati 143 i favorevoli sono stati 141, 3 i senatori che si astenuti dal voto. Il Governo Renzi si era rimesso al parere dell'Aula di Palazzo Madama. Così, dopo la bocciatura con il voto segreto dell'emendamento su amnistia e indulto del senatore del Partito democratico Felice Casson, l'Aula del Senato della Repubblica ha approvato - con 191 voti favorevoli, 35 contrari e 14 senatori astenuti - l'articolo 18 del disegno di legge sulle riforme che prevede che sia la sola Camera dei Deputati ad avere il potere di concedere indulto e amnistia, con la maggioranza dei due terzi, senza la necessità del passaggio al Senato, che dal 2018 sarà non elettivo.

"In Aula al Senato della Repubblica se ne vedono di tutti i colori", hanno scritto su Twitter i senatori del Pd Stefano Vaccari e Francesco Russo commentando il comportamento dei senatori del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo nel voto segreto sull'emendamento relativo ad indulto e amnistia. "Il Movimento 5 stelle - hanno twittato i parlamentari dem - non ha partecipato mai ai lavori sul ddl per le riforme costituzionali.

Poi, appena spunta la richiesta di un voto segreto - hanno aggiunto - eccoli ricomparire. Ma non erano i campioni della trasparenza? Comunque - hanno sottolineato nel post su Twitter i senatori del Partito democratico Stefano Vaccari e Francesco Russo - il loro tentativo di mandare sotto la maggioranza è fallito ancora una volta.

I voti sull'emendamento che chiedeva di sopprimere l'articolo 18 del testo relativo ad amnistia e indulto - hanno concluso - è stato bocciato".

Va detto che tre senatori "dissidenti" del Partito democratico erano assenti in Aula a Palazzo Madama durante il voto segreto sull'emendamento al ddl riforme costituzionali su amnistia e indulto presentato dal senatore Felice Casson. La presenza in Aula dei tre dissidenti e il loro eventuale voto favorevole all'emendamento su indulto e amnistia del senatore democratico "ribelle" Felice Casson avrebbe messo di nuovo in minoranza il Governo Renzi. Adesso prosegue l'esame del ddl riforme su cui è stato siglato il Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Il premier e il capo di Forza Italia si dovrebbero incontrare di nuovo nelle prossime ore, con molta probabilità prima della votazione finale che potrebbe arrivare giovedì 7 agosto.