Ricorre oggi il 50esimo anniversario della sua morte. Il 21 agosto 1964, a Yalta, nella Crimea sovietica dove era in vacanza, moriva Palmiro Togliatti, leader storico del Partito comunista italiano, segretario dello stesso, e capo indiscusso, dal 1927 fino al giorno della sua morte; al suo fianco quel giorno la compagna Nilde Iotti, prima donna in Italia a ricoprire il ruolo di Presidente della Camera dei deputati, la figlia adottiva Marisa e i compagni di partito Natta, Longo, Lama e Colombi. Togliatti fu uno dei padri fondatori del Partito Comunista Italiano, nato a Genova nel 1893, ma torinese d'adozione, negli anni della Grande Guerra matura la passione per l'impegno politico, si iscrive giovane, nel 1914, al Partito Socialista, lavorando nel contempo come giornalista per "L'Avanti".

La realtà operaia in quella Torino dove vive Togliatti, ma soprattutto la grande amicizia che lo lega ad Antonio Gramsci, saranno i motivi della suo graduale percorso che lo porterà al socialismo di stampo puramente marxista. Sarà il rappresentante italiano all'interno del Comintern, l'organizzazione Internazionale dei partiti comunisti nata a Mosca nel 1919 con l'intento di sostenere il partito e il governo russo e favorire e diffondere la rivoluzione su scala mondiale, fino a diventarne uno dei dirigenti di maggiore prestigio, soprannominato da Lev Trotsky, per le sue capacità di mediazione tra le tante anime dell'organizzazione, "giurista del Comintern" (Togliatti aveva infatti anche conseguito, prima di entrare in politica, la laurea in Legge).

Quando nel 1943 questa organizzazione si sciolse, per essere trasformata quattro anni dopo in Cominform, Togliatti rifiutò la carica di segretario generale, proposta direttamente da Stalin. In Italia è stato vice presidente del Consiglio e ministro di Grazia e Giustizia. Nel 1948, il 14 luglio, alle ore 11.30, mentre usciva da Montecitorio, con la sua giovane compagna Nilde Iotti (allora 26enne), fu colpito, vittima di un attentato, da tre colpi di pistola, in quel momento l'Italia fu molto vicina a una guerra civile.

Ricordarlo non vuol dire sottovalutare gli errori del suo legame con l'URSS, con cui Togliatti condivise anche l'invasione in Ungheria nel 1956, ma questo non può comunque togliere l'apporto dato nella costruzione della Repubblica Italiana, e l'impegno costante per migliorare le condizioni di vita, sociali e culturali del popolo italiano. Anche gli avversari hanno riconosciuto le sue qualità di uomo, di intellettuale che possedeva il senso tragico della storia, non di certo un opportunista. Uno dei Padri della Costituzione.