Mentre riprende martedì 30 settembre l'esame congiunto dei ddl per amnistia e indulto, seppur lentamente continuano a vedersi i primi effetti delle nuove leggi contro il sovraffollamento carceri, dalla legge sulle pene alternative a la messa in prova ai servizi sociali o ai lavori di pubblica utilità al cosiddetto decreto svuota carceri del Governo Renzi che concede sconti di pena del 10% e risarcimenti in denaro per i detenuti costretti a vivere in quelle che la Corte europea dei diritti umani definisce "condizioni inumane e degradanti".

Dopo i risarcimenti e le scarcerazioni dei giorni scorsi, contro le quali ha protestato la Lega nord di Matteo Salvini fortemente contraria a indulto e amnistia così come al decreto svuota carceri (ribattezzato indulto mascherato dal Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che come la Lega è contrario a ogni ipotesi di clemenza), il magistrato di Sorveglianza di Ferrara ha ridotto di 22 giorni la pena a un detenuto 46enne di origini campane in virtù del decreto svuota carceri Renzi-Orlando.

La riduzione di 22 giorni della pena corrisponde a un decimo del tempo passato in una cella del carcere di Ferrara insieme ad altri due detenuti. Lo spazio in cella era inferiore a 10 metri quadrati, con un bagno di poco più di un metro quadro, senza finestra e senza impianto di aspirazione. Il giudice, sottraendo dai metri quadri "pro capite" dei tre detenuti in cella ha sottratto l'ingombro del bagno la porzione occupata dall'armadio, ha calcolato che l'area vitale disponibile era sotto la soglia minima prevista dalla legge, cioè tre metri per detenuto. Questo è il primo caso d'applicazione dello sconto di pena del 10% in Emilia Romagna.

Intanto, mentre in commissione Giustizia al Senato della Repubblica si riaccende per i detenuti la speranza per leggi straordinarie di clemenza per amnistia e indulto 2014 o 2015, numerosi i problemi che continuano a registrarsi nelle carceri italiane.

"Sabato sera - racconta in una nota Donato Capece, segretario generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe - tre detenuti italiani nel carcere di Ivrea (Piemonte) hanno dato fuoco alla loro cella. Poteva essere una tragedia, sventata - sottolinea il leader del Sappe - grazie al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari in servizio, uno dei quali nella concitazione del momento si è fratturato un piede con una prognosi di 25 giorni.

Bravi i poliziotti penitenziari di servizio - ha aggiunto il rappresentante del primo e più rappresentativo della categoria - a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza. La situazione nelle carceri italiane - ha sottolineato nella nota Donato Capece - resta grave e questo determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli agenti di Polizia Penitenziaria".

E nello stesso giorno in cui, a Ivrea, tre carcerati hanno tentato di dare fuoco alla loro cella, sabato pomeriggio nel carcere di Gela (Sicilia) un detenuto italiano ha tentato di suicidarsi appiccando il fuoco al materasso della sua cella. L'intervento dei poliziotti penitenziari in servizio ha salvato la vita al detenuto.

Nonostante i primi effetti della legge sulle pene alternative e del decreto svuota carceri non accennano a placarsi disagi e problemi nelle carceri italiane legati soprattutto al sovraffollamento contro il quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sollecita l'approvazione di amnistia e indulto 2014 i cui relativi ddl tornano martedì 30 settembre davanti all'esame congiunto della commissione Giustizia di Palazzo Madama.