Matteo Renzi si avvia a chiudere i suoi primi mille giorni illustrando in conferenza stampa il programma delle riforme secondo lui necessarie per tirare fuori il Paese dalle pastoie della crisi. L'ex sindaco di Firenze da sempre si è dimostrato un convinto assertore della pratica della trasparenza, cioè quel tipo di comunicazione mutuata dagli americani con la modalità chiamata "on data" di inserire tutte le informazioni circa l'azione di governo attraverso l'immissione in rete delle stesse. E questo per combattere la mai abbandonata e deleteria abitudine tutta italica di pubblicare false notizie.

L'annuncio del programma di riforme, col quale Renzi intende concludere i primi mille giorni di governo viene dato anche attraverso un tweet in rete.

Il dibattito sull'articolo 18

Argomento sempre attuale, più che caldo potremmo dire bollente, che riguarda circa tremila persone all'anno, dice il presidente del Consiglio in conferenza stampa. Per lui è più un dibattito ideologico che può essere opportunamente sviluppato dialogando con le parti in causa. La legge delega è quella che riscriverà lo Statuto dei lavoratori che tanto preoccupa le sigle sindacali, ma va considerata l'attenzione da porre agli ammortizzatori sociali da potenziare e ai contratti a tutela crescente. Intervenendo con decisione su questi due punti avremo un Paese normale con un mercato del lavoro come quello della Germania.

Inoltre va affrontata la questione burocrazia che frena gli imprenditori, snellendola e rendendola maggiormente flessibile per un vero rilancio del settore occupazionale.

Dritti per la propria strada senza guardare nessuno

E' stato il "leit motiv" spesso citato ai suoi dopo la sua nomina a premier. La convinzione di lavorare per il bene dell'Italia deve costituire un incentivo a proseguire dritti all'obiettivo senza guardare in faccia nessuno.

"Guardiamo negli occhi tutti, ma non guardiamo in faccia nessuno. Se l'Italia deve cambiare, nessuno può chiamarsi fuori. Nessuno può tirarsi indietro. Vale per tutti i settori" ha dichiarato il premier. Del resto all'estero siamo famosi per i veti imposti, secondo l'ex sindaco fiorentino, ma se si riuscirà a compiere questi cambiamenti necessari per il rilancio allora avremo un Paese semplificato, più coraggioso e più attrattivo per gli investitori stranieri, senza trascurare che avremo ottenuto una politica più credibile.