Luca Ricolfi, su La Stampa di oggi, torna a rimproverare Renzi per non aver fatto, durante la cosiddetta luna di miele, le riforme economico-sociali che occorrono al Paese, prima di affrontare la riforma costituzionale e, anche se Ricolfi non lo scrive, la necessaria riforma della legge elettorale. E Ricolfi, come Sergio Romano che si è domandato, sempre oggi, sul Corriere della Sera, "perché gli altri non si fidano di noi?", prospetta gli effetti interni e internazionali di questa caduta della fiducia e conclude dicendo che "aver rimandato le riforme che contano potrebbe costarci caro".

E Ricolfi, che è un buon sociologo, ha sicuramente ragione.

Tuttavia, se Renzi avesse letto il libro di Ricolfi l'Enigma della crescita, potrebbe aver pensato, proprio sulla scorta dell'equazione costruita da Ricolfi, che valeva la pena pagare il prezzo di non fare le riforme economiche. Infatti la conclusione che si può trarre dall'equazione di Ricolfi è che la crescita non potrà ripartire se il nostro reddito medio non si ridurrà. Ma Renzi, probabilmente, non è così cinico. Renzi è un giovane animale politico che non vuole essere semplicemente uno dei tanti Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana, salvo avere il primato del più giovane. Renzi studia da statista e, in particolare, da Rifondatore della Repubblica e da Rinnovatore della politica italiana.

Ricolfi dice, giustamente, che Renzi gode di vasta popolarità e di aspettative diffuse e trasversali, di cui nessuno al suo posto ha mai goduto, prima d'ora. Ma Renzi deve ancora fare i conti con questo Parlamento, eletto prima di lui, nei modi ben noti, e con il suo partito, che ha subito il suo cannoneggiamento del quartier generale ma senza rinnovarsi profondamente.

Renzi poteva fare le riforme costituzionali con Berlusconi e intelligentemente lo ha fatto (lo sta facendo), allo stesso modo potrà fare una nuova legge elettorale; non poteva fare né con Berlusconi né senza Berlusconi le riforme economiche che ci vogliono e non le farà, salvo le piccole aggiustature che stiamo vedendo.

Oltre tutto abbiamo avuto l'intralcio della Presidenza semestrale della Unione Europea, il rinnovo della Commissione UE e un gran numero di pasticci a livello internazionale, che non hanno consentito e non consentiranno, ancora per un po' di tempo, di prendere posizioni anche soltanto tendenzialmente di rottura.

Perciò Renzi non potrà accogliere il consiglio che, dalle pagine del Corriere della Sera di oggi, gli offre Galli della Loggia, di cambiare il proprio modulo comunicativo e di dire le cose come stanno. Renzi dovrà continuare ad "intrattenere" il Paese, finché non avrà la forza per cambiarlo veramente, parlando agli italiani dei sacrifici che dovranno ancora fare per poter risorgere. E questa forza gli verrà, presumibilmente, da nuove elezioni. Speriamo nel 2015.