Da qualche settimana è tornato in Italia lo spettro della frase "ce lo chiede l'Europa". Anche se Matteo Renzi continua a ribadire che le sue riforme (per adesso solo annunciate) servono all'Italia e non all'Europa, è innegabile che da Bruxelles ci vengano imposte delle linee da seguire, pena nessuna concessione sulla flessibilità del debito e la riduzione dei finanziamenti europei. Ecco cosa ci chiede l'Europa.

Tanto per cominciare, una vera riforma del lavoro. I burocrati europei valuteranno gli effetti del Jobs Act che Renzi sta portando avanti dal giorno del suo insediamento, e soprattutto se davvero questa strategia creerà posti di lavoro.

Tra le cose che l'Europa ci chiede ci sono l'abbassamento del costo del lavoro, dato che in Italia è il più alto d'Europa, riduzione dell'utilizzo della cassa integrazione e politiche di aiuti ai disoccupati. L'obiettivo è di ridurre la disoccupazione femminile e giovanile. Il PD ha avviato una serie di riforme in questo senso, tra le quali la più importante è il depotenziamento dell'articolo 18, ma comunque si tratta per adesso solo di proposte.

Il capitolo più doloroso per gli italiani sono le tasse. L'Europa ci chiede di riformare il Catasto per dare un maggior ordine alle tasse sugli immobili, ma anche di semplificare le procedure di pagamento delle tasse, ridurre l'evasione fiscale e modernizzare il sistema contributivo.

Inoltre ci chiedono di ridurre il mercato nero del lavoro e l'economia sommersa in generale. Di concreto finora il Governo ha deciso solo di confermare anche per l'anno prossimo gli 80 euro di bonus, tentando anche di raggiungere più beneficiari, mentre per tutti gli altri provvedimenti se ne parlerà verso la fine dell'anno con decreti attuativi della legge di stabilità.

Capitolo giustizia: l'Europa ci chiede di sveltire i processi e Renzi ha promesso di ridurre della metà i tempi dei processi civili. La riforma è partita la settimana scorsa e gli effetti li vedremo nei prossimi mesi. Ci si attende una riforma anche della pubblica amministrazione con più semplificazioni, in particolare sulla concorrenza, la razionalizzazione degli acquisti, l'efficienza degli appalti pubblici e maggiori regole sull'aggiudicazione degli appalti.

Per adesso il Governo ha solo avviato una rivisitazione dell'impiego pubblico e ha aumentato i poteri della commissione anticorruzione, ma è indietro su questo punto. Infine ci viene richiesto di ridurre il tasso di abbandono scolastico e rendere le scuole più vicine al mondo del lavoro. Su questo si sta lavorando molto ma finora si sono create solo tante polemiche tra Quota 96, precari e simili.