Non è la prima volta che le carceri norvegesi balzano alla cronaca qui in Italia: il paese nordico, con un tasso bassissimo di carcerazione pari a 72 persone ogni 100.000 abitanti, è famoso per le sue strutture detentive moderne e all'avanguardia, nelle quali i detenuti sono in grado di concentrarsi sul proprio reinserimento in società. Ricordiamo in tal senso quelli che sono stati definitivi "carceri a cinque stelle", grazie a celle con il bagno interno o le cosiddette "carceri aperte", dove i detenuti possono scontare la pena muovendosi in tutta libertà e continuando a lavorare all'esterno.

Carceri della Norvegia: alcuni detenuti verranno trasferiti nei Paesi Bassi?

Il Governo norvegese sta valutando di trasferire alcuni detenuti, circa 300 unità, in analoghe strutture di pena dell'Olanda. Il motivo è abbastanza semplice: alcuni lavori di ristrutturazione aumenterebbero il sovraffollamento, portandolo a percentuali considerate non idonee. Si pensa quindi di portare i detenuti nei Peaesi Bassi, che già hanno offerto un servizio simile al Belgio. La trattativa è avviata e mancano soltanto alcuni dettagli relativi alla modalità di visita da parte dei parenti.

Carceri italiane: perché non seguiamo l'esempio della Norvegia?

Messa a confronto con la Norvegia, la situazione delle carceri italiane rasenta ancora di più il drammatico.

Si tratta di strutture nelle quali i tassi di sovraffollamento superano il 150% e dove spesso i detenuti vivono in condizioni ai "limiti della dignità umana", come affermato dalla stessa Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Cosa fare dunque per risolvere un simile dramma? I Governi di Letta prima e di Renzi poi, hanno varato dei decreti "svuotacarceri" che, nonostante una diminuzione, non hanno affatto risolto il dramma del sovraffollamento.

A tal proposito continua ad essere attuale e sensata la proposta dei Radicali Italiani, supportata tra gli altri anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di ricorrere ai provvedimenti di clemenza quali l'amnistia e l'indulto. Ogni Governo resta però sordo a questa soluzione, considerata solo come ultima spiaggia. Resta quindi da chiedersi: perché non possiamo seguire gli esempi dei Paesi Nordici, come la stessa Norvegia?