"Prendo atto dell'odierna ordinanza della Corte d'Assise di Palermo. Non ho alcuna difficoltà a rendere al più presto testimonianza, secondo modalità da definire, sulle circostanze oggetto del capitolo di prova ammesso". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha commentato la decisione dei giudici di Palermo che lo vogliono ascoltare come testimone "eccellente" al processo Stato-mafia sulla lettera inviata nel mese di aprile 2012 all'allora procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito in cui si esponevano le "lagnanze" dell'ex presidente del Senato della Repubblica Nicola Mancino, oggi imputato per falsa testimonianza nel processo sulla trattativa Stato-mafia.

In assenza di una norma specifica sulla deposizione del presidente della Repubblica, la Corte d'Assise di Palermo applicherà, secondo quanto riporta l'Ansa, l'articolo 502 del Codice di Procedura penale che prevede l'esame a domicilio del teste che non può comparire in udienza. All'udienza per la testimonianza del Capo dello Stato, di cui ancora non è stata stabilita la data, non dovrebbero partecipare né il pubblico e nemmeno gli imputati, ma soltanto i legali difensori e i rappresentanti della procura.

Processo Stato-mafia: Napolitano chiamato come teste

"Noi auspichiamo - scrive in una nota la presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, intervenendo sulle ultime notizie del processo sulla trattativa Stato-mafia - che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano riceva la Corte d'Assise di Palermo per chiarire una buona volta con la sua testimonianza qualcosa in più su quello che e' successo a livello istituzionale nel 1993 quando sono morti i nostri figli.

La presenza del Capo dello Stato nel processo sarà importante". "Siamo fortemente dispiaciuti - aggiunge Giovanna Maggiani Chelli - che ad essere ammessi alla presenza di Napolitano saranno eventualmente, oltre alla Corte, le parti del processo, ma solo nei loro legali rappresentanti e non le parti civili, parte integrante del processo.

La nostra presenza - ha concluso la presidente dell'associazione fra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili - sarebbe stata molto gratificante e l'avremmo valutata molto positivamente".

"I giudici della Corte d'Assise di Palermo - ha dichiarato in una nota il segretario del Partito della rifondazione comunista Paolo Ferrero - hanno ribadito che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deporrà al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia: bene.

E' giusto infatti - secondo il leader di Prc - che tutti collaborino affinché venga fatta piena luce su quella pagina buia. Come Rifondazione Comunista - ha ricordato il segretario del Prc Paolo Ferrero parlando del processo sulla trattativa Stato-mafia - ci siamo costituiti parte civile nel processo proprio perché riteniamo sempre più importante e necessario avere verità e giustizia sui rapporti tra Stato e mafia". "Era nei poteri della magistratura fare questo atto se è stato fatto. E' un'iniziativa che non mi convince, non credo che Napolitano abbia elementi ulteriori da fornire, odora un po' di propaganda", così il parlamentare ambientalista del Pd Ermete Realacci, risponde a Radio 24 le ultime notizie del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.

"Sarebbe anche bello che il presidente della Repubblica chiedesse di rinunciare alle prerogative che gli consentono di rendere la testimonianza senza pubblico", ha detto invece Radio 24 Alfonso Bonafede, parlamentare del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.