"Se il legislatore cambia le norme dieci volte in dieci anni, non si capisce più nulla. Occorre riscrivere tutta la legge, tenendo conto delle indicazioni europee e dei nostri valori costituzionali". Sono queste le parole pronunciate da Patrizio Gonnella dell'associazione Antigone, intervistato sul quotidiano "Il Tempo" dopo che recentemente era stata presentata un'intervista sul tema del sovraffollamento carcerario anche a Rita Bernardini del Partito Radicale. Il problema, secondo quanto affermato da Gonnella, risiederebbe prima di tutto a livello politico: vi è un'anomalia delle leggi che produce un'anomalia nei penitenziari italiani, dove ci sarebbero troppe persone recluse.

La triste conseguenza sono i tanti fenomeni che sono stati già evidenziati da moltissime personalità istituzionali e civili: si parla di suicidi, di abbandono terapeutico, di tortura e di condizione di carcerazione ingiuste e disumane. Un problema molto serio, che non sembra potersi risolvere con i provvedimenti legislativi più recenti.

Sappe: negli ultimi vent'anni, sventati più di 16 mila suicidi

Che la situazione sia arrivata davvero ad un punto critico lo affermano non solo i detenuti, ma perfino coloro che sono impiegati all'interno delle carceri per mantenere l'ordine e garantire il servizio. Anche i dipendenti pubblici che sono impiegati in tali contesti hanno parlato più volte di situazione allarmante e insostenibile.

Donato Capece, Segretario Generale del Sappe (sindacato di polizia penitenziaria) ha messo recentemente in luce come i numeri derivanti dall'emergenza carceraria siano davvero drammatici: "negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 16000 tentati suicidi ed impedito che quasi 113000 atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze".

È stato invece l'Osapp (altra sigla sindacale) ad annunciare l'ennesima notizia di un decesso nel penitenziario di Sollicciano (FI), in Toscana. La donna sarebbe morta per overdose, fattore che sottolinea come sia avvenuto l'ingresso di sostanze stupefacenti nel carcere. Ma secondo molti l'assurdità non risiede solo in questo elemento, ma anche nel fatto che la persona era una tossicodipendente, pertanto sarebbe dovuta essere destinata ad un istituto di cura così da ricevere un'adeguata terapia, utile a liberarsi dalla dipendenza.

Commissione Giustizia al Senato: prosegue l'esame dei 4 ddl unificati su amnistia e indulto

Nel frattempo al Senato della Repubblica è ripreso l'esame dei quattro ddl unificati sul tema dell'amnistia e dell'indulto; le discussioni sembrano purtroppo continuare a manifestarsi come infruttuose, soprattutto perché le posizioni tra i principali partiti politici continuano a restare distanti e spesso inconciliabili tra di loro. Il problema sembra essere relativo ad un calcolo politico fatto da alcuni legislatori, che di fatto sfocia in un irrigidimento delle posizioni e nell'adozione del populismo penale ai fini elettorali. D'altra parte, lo stesso Ministro della Giustizia Andrea Orlando ammette le mancanze della politica sulla questione: "non abbiamo ancora delle carceri all'altezza della situazione", ma nonostante questo ritiene che "i provvedimenti assunti dall'Italia hanno affrontato l'emergenza" (fonte intervista a Mix24).

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