Beppe Grillo ha chiuso la tre giorni al Circo Massimo con una promessa alla sua città: 'Martedì saremo a Genova a spalare, i nostri parlamentari mi hanno già detto di si, anche perché sono ormai abituati a spalare m.... in Parlamento'. Una promessa e un avvertimento rivolto alle giunte di centro sinistra che a suo dire sono le prime responsabili della tragedia che nella notte tra giovedì e venerdì scorso, ha messo in ginocchio il capoluogo ligure. L'ex comico ha dichiarato che non andranno lunedì in quanto è stata data 'allerta2' per questa ragione si rischia una nuova catastrofe ed è quindi necessario rimandare a martedì 14 ottobre.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi replica subito dopo le 17 di domenica ' Non manca e non mancherà il sostegno del Governo e penso innanzitutto a quei commercianti che hanno preso il mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Ma se vogliamo essere seri, se vogliamo evitare le passerelle e le sfilate da campagna elettorale, l'unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi per i ritardi burocratici'.

Luigi DiMario vice presidente della Camera dei Deputati, aveva già polemizzato con il Governo, prendendo di mira le spese effettuate per gli armamenti sottolineando che questo esecutivo ha speso ben 43 miliardi di euro per gli armamenti e soltanto due per mettere in sicurezza il territorio.

Anche Maria Stella Gelmini usa toni da campagna elettorale, dichiarando agli organi di stampa che la paralisi burocratica dipende molto da decisioni politiche e amministrative e con le stesse parole rincara la dose anche Daniela Santanchè durante la trasmissione 'L'Arena' condotta da Massimo Giletti.

Insomma ogni occasione è buona per scaricare responsabilità ed accuse quando succede qualcosa di grave, che sia terremoto o alluvione, il fatto è però che a pagarne le conseguenze, sono sempre e comunque i cittadini che oltre a patire enormi sacrifici di natura economica, devono anche fare i conti con la negligenza degli amministratori politici locali e centrali, che inesorabilmente si tirano fuori con poche e insignificanti parole di conforto, che a nulla servono, per cambiare il verso delle cose in questo paese, letteralmente allo stremo delle forze economiche e sociali.