Gli uffici di presidenza della Camera hanno approvato iltetto agli stipendi del personale addetto di Camera eSenato, che, a detta di Marina Sereni (PD) dovrebbe garantire, nell’arcopiuttosto dilatato del triennio 2015-2018un risparmio di circa 97 milioni di euro. Il voto ha visto 13 favorevoli (PD, SELe FI), 5 Astenuti (M5S, Lega Nord e Scelta Civica) e due non partecipanti allavotazione.

Cosa prevede la nuovanormativa?

I tagli saranno spalmati in tre anni, dal 2015 al 2018 (il che rimanda a quella che damolti è stata definita la "finta abolizione dei finanziamenti pubblici aipartiti”).

I tetti confermati sonodiversi per tipo di attività svolta: 240mila per i consiglieri di Camera e Senato,166mila per documentaristi, ragionieri e tecnici, 115mila per i segretari,99mila per gli assistenti e 160mila per i collaboratori tecnici. Entro la finedel 2014 dovrebbe inoltre nascere il cosiddetto “ruolo unico dei dipendenti delParlamento” ovvero una sorta di unificazione delle amministrazioni di Camera eSenato. Il risparmio presunto sarebbe di quasi 97 milioni di euro.

Le ragioni di chi siè astenuto

L'astenuto più strano è sicuramente M5S, che si affretta a spiegare come il tetto secondo loro sia solo presunto, perché si riferisce soltanto ad una delle voci presenti inbusta, alla quale infatti vanno aggiunte: indennità di funzione , incentivodi produttività e oneriprevidenziali. Sulla questione dell’unificazionedelle amministrazioni i 5 Stelle precisano: “gli Uffici diPresidenza di Camera e Senato hanno approvato testi completamente diversi.

Se l'incentivo di produttività è pari al 10%, nel primo caso verrà computatosulla base della voce principale di 240mila euro, mentre nel secondo crescerà progressivamente ogni anno perché sarà calcolato sulla somma dellaretribuzione base più l'incentivo erogato nell'anno precedente”.

In chiusura i 5stelle ci precisano che le loro numeroseproposte di tagli ai costi della politica avanzate lungo tutto l’arco dellalegislatura sono state regolarmente respinte dalla maggioranza.

Tra queste proposte si annovera anche quella che – a seguito di un’indagine del deputato m5s Riccardo Fraccaro proprio sui costi delpersonale dei Palazzi - prevedeva, tra lealtre cose, la proposta per il tagliodella indennità di funzione con riduzioni che andassero dal 70% per ilsegretario generale sino al 30% per i vice assistenti.

Intanto arrivano molte critiche per la protesta dei sindacati di questa categoria privilegiata ,specie in questo periodo di crisi nera especie perché spesse volte i sindacati sono percepiti come troppo tiepidi nella difesa delle fasce meno agiate dei lavoratori.