Resta elevata l'angoscia e lo sgomento di una larga parte della società civile sulla recente sentenza di assoluzione relativa al caso di Stefano Cucchi, tristemente conosciuto alle cronache per aver trovato la morte all'interno del carcere, mentre doveva essere tutelato dalle stesse istituzioni che ne hanno ignorato lo stato di salute. In un nostro precedente articolo abbiamo riportato le dichiarazioni del Senatore Luigi Manconi, che aveva sottolineato la gravità dell'avvenimento: "Stefano è stato in 12 luoghi dello Stato: carcere, pronto soccorso, ospedale.

ha incontrato più di 100 persone, ma non una di queste ha impedito che morisse [...] nella migliore delle ipotesi Stefano è stato lasciato morire [...] perché vittima di un sistema carcerario malato".

Imputati assolti perché il fatto non sussiste, si attendono le motivazioni della sentenza

D'altra parte la sentenza di secondo grado è stata molto netta, assolvendo tutti e 12 gli imputati che erano rimasti coinvolti negli atti processuali; la formula utilizzata è stata quella della non sussistenza del fatto, ma per avere informazioni più precise sulle motivazioni che hanno portato a questa decisione bisognerà attendere circa tre mesi. Dopo la notizia, com'era immaginabile, vi sono state dichiarazioni molo accese provenienti da entrambe le parti.

Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha dichiarato con toni gravi: "mio fratello è morto di ingiustizia, di una giustizia che non è giusta, che non è uguale per tutti, una giustizia che non è per gli ultimi e mio fratello in quel momento era un ultimo". Di parere diverso il Segretario del Sappe Donato Capece, che ha dichiarato: "il processo d'appello per la morte di Stefano Cucchi ha confermato l'assoluzione per i poliziotti penitenziari coinvolti loro malgrado nella triste vicenda.

Avevamo ragione quando, in solitudine, sostenemmo che non si dovevano trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari. Abbiamo avuto ragione nel confidare nella Magistratura perché la Polizia penitenziaria non aveva e non ha nulla da nascondere". Capece ha anche ricordato che il Sindacato di Polizia Penitenziaria si è impegnato più volte per cercare di rendere il carcere trasparente, nonostante le tante situazioni di disagio lavorative affrontate; tanto che dal 1992 al 2012 il personale iscritto ha salvato più di 17000 carcerati contro il tentato suicidio e soccorso quasi 120000 persone che si sono abbandonate ad atti di autolesionismo.

Caso Cucchi, le opinioni dei nostri lettori: situazione vergognosa

Nel frattempo non sono mancati i commenti dei nostri lettori, che già in passato si erano espressi con toni molto duri circa le conseguenze del sovraffollamento carcerario e la necessità di attuare provvedimenti generalizzati d'amnistia e d'indulto, per far scendere almeno parzialmente la pressione sui detenuti e sul personale pubblico che presta servizio all'interno dei penitenziari. X.L. afferma: "vergogna. Si mette in piena evidenza, che: palesemente chi appartiene ad un organo di stato ha la licenza di uccidere. [...] Le foto del povero Cucchi parlano chiaro, provo solo disprezzo per i giudici ciechi. Ma... per condannare o che sia fatta giustizia contro costoro, si deve avere un video?".

Anche D.S. critica la giustizia italiana: "speriamo che la riforma della giustizia non la facciano i nostri magistrati altrimenti si passa dalla padella alle braci". Come sempre, restiamo a disposizione per far sentire la vostra voce attraverso un commento; se invece desiderate restare aggiornati sul tema dell'amnistia e dell'indulto, potete fare clic sul tasto segui disponibile in alto, sotto al titolo.