Sono partite le grandi manovre per la successione al Colle. Napolitano è ormai prossimo a rinunciare al proprio incarico, come aveva già anticipatamente avvisato al momento della sua seconda elezione. Si sapeva che non sarebbe stato completo il suo secondo mandato. E adesso eccoci al momento in cui si sta per scrivere un'altra pagina della storia politica italiana. Tre sarebbero gli identikit nelle mani del premier Matteo Renzi, il quale si gioca la partita da leader, potendo sfruttare il doppio incarico di presidente del Consiglio e segretario del partito di maggioranza in parlamento.

Tre potenziali identikit del futuro presidente della Repubblica, dunque. Certo, il premier vorrebbe che le cose non mutassero almeno fino alla data simbolica del primo maggio: Festa dei lavoratori e inizio dell'Expo di Milano, inoltre per quella data è auspicabile che le Camere abbiano già approvato la riforma elettorale, rendendo di fatto la situazione politica italiana un po' più stabile. Ma le intenzioni sono chiare, Napolitano ha espresso la volontà di concludere la sua esperienza al Quirinale alla fine del semestre europeo. Ovvero tra poco meno di due mesi.

Il primo identikit riguarda quello dei "leader" tra cui coloro che sono stati segretari del partito democratico. Su tutti spicca il volto di Walter Veltroni, ritiratosi dalla battaglia politica volontariamente.

Naturalmente, resta vivo anche il nome di Romano Prodi, vittima sacrificale della scorsa votazione con gli ahimè famosi 101 franchi tiratori, e nome gradito anche al leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo. Dall'altra parte Berlusconi avrebbe proposto uno dei suoi uomini di maggiore fiducia: Gianni Letta. Il secondo punto riguarda la possibilità di candidare una donna come capo dello Stato.

Idea intrigante e applaudita soprattutto dai sostenitori della parità di genere. Il nome principale è quello di Roberta Pinotti, o di Anna Finocchiaro, presidente della commissione affari costituzionali del Senato. Difficile però che una di loro riesca a spuntarla all'elezione del Parlamento in seduta comune con l'aggiunta dei rappresentanti regionali.

Da non escludere anche la candidatura di Emma Bonino.

Il terzo e ultimo identikit è quello dei nomi che non rappresenterebbero un "contropotere", cioè gli outsider. Questa è l'idea che più piace a Matteo Renzi e che cercherà di proporre nei prossimi mesi. Il nome di spicco, è quello di Mario Draghi, attuale presidente della Bce. Anche se le sue dichiarazioni sono state abbastanza esplicite: "Non mi sento tagliato per quel ruolo. Non voglio tagliare nastri e poi devo completare il lavoro a Francoforte". Inoltre ci sarebbero Graziano Delrio, Pierferdinando Casini e Piercarlo Padoan. La sfida per il Colle è dunque iniziata, questi sono solo alcuni dei nomi che già circolano attraverso i mezzi d'informazione e non solo.

Con il passare del tempo assisteremo ad una naturale scrematura, per adesso dobbiamo accontentarci di ragionare a grandi linee. Una cosa è certa: il governo e la politica italiana nel suo complesso dovranno riuscire a trovare un accordo in tempi rapidi per consentire una ripresa economica e sociale che gli italiani stanno da troppo tempo aspettando.