E' stato approvato in mattinata da parte del Consiglio dei ministri israeliano il disegno di legge con cui il premier Benjamin Netanyahu ha praticamente obbligato Israele a cancellare la parola "laicismo" dal suo dizionario. Il cambiamento, approvato con larga maggioranza, trasformerà lo Stato in una nazione ebraica a tutti gli effetti, e modificherà vari aspetti della vita degli israeliani, tra cui l'apparato legislativo: il nuovo metro di giudizio dei giudici dovrà attenersi alle leggi trasmesse al popolo ebraico dalla Torah e ispirarsi ai suoi valori.



Netanyahu ha giustificato il passo avanti facendo riferimento alla necessità di unire la realtà democratica dello Stato con quella che è rappresentata dall'origine del popolo ebraico, ovvero l'appartenenza alla religione semita. Lo stesso ha poi assicurato però che ogni persona, in Israele, godrà di tutti i diritti che aveva prima e che il cambiamento portato avanti dal Governo non modificherà i canoni della giurisprudenza israeliana.

E' comunque una decisione che farà discutere quella di Israele. A commentarla saranno sia i paesi occidentali sia i suoi avversari "storici", tra cui l'Iran che, nella persona del suo ex-presidente Ahmadinejad, ha auspicato la distruzione dello Stato semita e la Palestina, che per prima subirà gli effetti del cambiamento portato avanti da Netanyahu.



Per l'approvazione del disegno di legge tanto discusso, hanno votato 15 ministri. Ma non sono mancate voci di condanna nello stesso partito del premier israeliano: diversi sono stati infatti i ministri che hanno votato contro. E' anche lo stesso Israele a dividersi: il ministro delle Finanze Lapid ha condannato il provvedimento richiamando la memoria del compianto Begin, fondatore del Likud, il partito nazionalista, e i leader dell'opposizione (Yitzhak Herzog del partito laburista e Zahava Galon della sinistra sionista "Meretz") hanno accusato il Netanyahu di aver mancato di responsabilità, compiendo un crimine contro tutti i cittadini e la democrazia israeliana.