La Lega Nord mira a conquistare il Sud. Il segretario leghista Matteo Salvini, oggi a Salerno, ha annunciato che la Lega si presenterà nel Meridione già dalle prossime elezioni regionali. Non si candiderà con il nome Lega Nord, ma come "lista Salvini" o "lega dei popoli". Appena si concluderà la campagna elettorale in Emilia Romagna dove si vota domenica 23 novembre, Salvini varerà un progetto che coinvolgerà tutto il territorio nazionale. Salvini è deciso a riunire intorno alla sua figura tutti coloro che non si sono recati alle urne nella scorsa tornata elettorale ma che si identifichino in un programma ben preciso. I punti cardine del programma elettorale sarannno alcuni tra gli storici argomenti del popolo leghista: lotta all'immigrazione clandestina, uscita dall'euro, abolizione della legge Fornero, adozione della cosiddetta flat tax. Quest'ultimo punto sarà presentato a Milano nella metà di dicembre e consisterebbe in una tassa unica con una aliquota secca al 15%.


Salvini esclude però un riavvicinamento con Angelino Alfano. Non ci sarebbe spazio per il ministro dell'Interno, fautore del progetto Mare Nostrum tanto avverso alla Lega. Possibilista invece con altri esponenti di NCD, nel quale secondo Salvini ci sarebbero "persone valide". Il nuovo soggetto politico dovrebbe invece riguardare gli storici alleati di Forza Italia con i quali continua a governare a livello locale. A livello europeo Salvini incassa ancora una volta il sostegno di Marine Le Pen. La leader del Front National, primo partito nei sondaggi in Francia, continua a sostenere con forza il numero uno leghista. In un'intervista rilasciata a Ballarò, la leader francese approva il nuovo corso della Lega, dando una stoccata invece al leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo con il quale non si era finalizzata un'alleanza a livello europeo: "Trovo Salvini molto più coerente di Grillo." Anche i sondaggi certificano la crescita del leader leghista che secondo un sondaggio Euromedia-Research godrebbe della fiducia del 23% degli intervistati, dopo Matteo Renzi (46,5%), Giorgio Napolitano (41,2%) e Silvio Berlusconi (28,7%), ma prima di Beppe Grillo (20%) e Giorgia Meloni (14,4%).