Il tanto odiato (dagli elettori di sinistra) patto del Nazareno potrebbe presto saltare. Il patto che Berlusconi e Renzi trovarono lo scorso marzo che si basava soprattutto sulla nuova legge elettorale è ad un passo dallo sfacelo. Entrambi i leader infatti sono concordi nell'affermare che il testo di cui si era discusso quasi un anno fa non va più bene e va rivisto, ma questo è l'unico punto d'incontro. Il come e il quando farlo infatti rischiano di farli litigare e di far saltare ogni tipo di accordo.

La nuova legge elettorale, secondo l'idea di Matteo Renzi, deve prevedere un premio di maggioranza del 40%.

Ciò significa che una lista che raggiunge il 40% delle preferenze alle elezioni può avere un premio di 350 seggi (e il 55% del Parlamento). L'idea di Forza Italia è invece quella di porre un premio di maggioranza, ma non è d'accordo né sulla percentuale né sul fatto che debba essere raggiunta da una lista. Berlusconi preferirebbe che il premio di maggioranza fosse concesso alla coalizione perché, con l'ascesa di Matteo Salvini e della Lega, lui rischierebbe di perdere potere.

Manca l'accordo anche sulla soglia di sbarramento ai partiti di coalizione, Renzi la vorrebbe al 5%, Berlusconi al 4% o anche meno (partiti come NCD, UDC e Fratelli d'Italia rischierebbero di restare fuori), e nemmeno sulle liste bloccate: Renzi (su proposta della Boschi) vorrebbe che per il 30% fossero bloccate e per il 70% avessero le preferenze, mentre si sa quanto Berlusconi sia allergico alle preferenze.

Oltre al "come", i due leader non sono concordi nemmeno sul "quando". Renzi infatti vorrebbe che la legge elettorale fosse fatta subito, ad inizio 2015 dopo cioè lo scoglio della Legge di Stabilità, per essere sicuri che se il Paese andasse alle elezioni, avrebbe una legge che permette di governare. Berlusconi invece teme che, con una legge elettorale nuova, i partiti accelererebbero la fine dell'attuale governo andando ad elezioni anticipate.

Ed è proprio ciò che lo spaventa perché se le elezioni si tenessero nel 2015, lui non potrebbe parteciparvi a causa della Legge Severino, e una Forza Italia senza Silvio Berlusconi raggiungerebbe il minimo storico, probabilmente persino scalzata dalla Lega Nord.

Ma Renzi a farsi fermare proprio non ci pensa e passa alle minacce.

Proprio oggi infatti il Premier lascia intendere a Berlusconi che se non si trova una soluzione subito, lui è disposto a cercare i voti per la riforma altrove, e altrove significa dal Movimento 5 Stelle. Certo, con i grillini è molto più difficile trattare e bisognerà ripartire da zero, ma i voti sarebbero di più e potrebbero arrivare più in fretta.