Due espulsi, una doppia scelta che proprio non è andata giù al sindaco del Movimento 5 Stelle di Livorno Filippo Nogarin. Stiamo parlando dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna, cacciati dal movimento perché accusati di non restituire parte dello stipendio (almeno questa è la spiegazione ufficiale). Il 68,9 per cento degli iscritti ha preso questa decisione e non sono mancate le polemiche. Sette parlamentari sono andati davanti a casa di Grillo per chiedere spiegazioni al leader del movimento: si tratta di Marco Baldassarre, Federica Daga, Samuele Segoni, Tatiana Basilio, Silvia Benedetti e Gianluca Rizzo.

Solo quattro però hanno ottenuto il colloquio con Grillo, che è rimasto fermo sulle sue posizioni.

Espulsioni lampo dal M5S: (hanno partecipato alla votazione 27.818 iscritti certificati, quindi in pratica uno ogni tre iscritti) che, come dicevamo, hanno portato ad una risposta ufficiale di Nogarin. Sulla sua pagina facebook è apparso il messaggio: "Una persona come Massimo Artini è stato un punto di riferimento e una risorsa per molte realtà toscane e non solo. Certamente lo è stato per noi". Nogarin che confessa di non aver avuto "neppure il tempo di votare", ha chiaramente criticato questa scelta, tanto da chiedere di rivederla, aggiungendo: "In precedenza per situazioni simili, i gruppi parlamenti di Camera e Senato si riunivano in seduta congiunta prima di mettere il quesito al voto sul portale.

In questo caso qualcuno ha deciso diversamente".

Nogarin ha poi chiesto di tornare "al progetto iniziale". "Ognuno di noi dovrebbe partecipare alla critica con una logica di appartenenza e non divisione" è l'amaro commento del sindaco pentastellato livornese. Dichiarazioni forti, così come sono da sottolineare quelle rilasciate dalla deputata Pinna, subito dopo la sua espulsione: "È un'esecuzione sommaria, ma non potevano trovare un pretesto peggiore di questo. I bonifici ci sono, li trovano sul mio blog e su Facebook". Le prime reazioni di una storia che non è destinata ad esaurirsi in breve tempo.