Impazza il dibattito politico sulla proposta del governo Renzi di inserire sin dal prossimo anno nella bolletta elettrica il costo del canone Rai. Ad avviare la discussione sul tema, nei giorni scorsi, era stato il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, in possesso della delega necessaria per occuparsi delle telecomunicazioni. L'esponente politico, intervistato su Radio 24, aveva asserito che la compagine governativa fosse in procinto di presentare in aula, al Senato, un emendamento alla legge di Stabilità, con l'obiettivo di consentire in tal modo il pagamento del balzello sin da gennaio 2015.

La scelta sarebbe stata giustificata dal fatto che, secondo le statistiche in possesso delle autorità, l'evasione relativa a questa singola tassa sarebbe pari a 600 milioni di euro all'anno.

La levata di scudi messa in atto sul punto dai parlamentari del Movimento 5 Stelle e del Nuovo Centro Destra, però, sembra aver sortito l'effetto sperato. Secondo quanto si apprende da fonti vicine a Palazzo Chigi, infatti, la riflessione in atto sull'inserimento del canone della televisione pubblica in bolletta potrebbe non concludersi entro i tempi previsti per l'approvazione della Legge di Stabilità attualmente in discussione. Questo fa ritenere che, in massima parte a causa dei tempi ristretti che, tecnicamente, impedirebbero una soluzione immediata del problema, un provvedimento simile possa essere adottato a partire dal 2016.

Le forze d'opposizione, in ogni modo, pretendono che qualcuno si prenda la responsabilità di riferire in Parlamento sulla tematica, finora oggetto solamente di indiscrezioni di stampa. A parlare in tal modo sono stati, nello specifico, il deputato di Ncd Barbara Saltamartini e diversi esponenti del M5S. A farsi portavoce del dissenso sulla misura da parte del movimento di Beppe Grillo è stato il capogruppo dei grillini in Commissione di Vigilanza Alberto Airola: "Bisogna discuterne, la problematica potrebbe presentare profili di incostituzionalità."