"Il Paese è pronto per avere un Presidente della Repubblica donna". Con questa affermazione, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha dato la stura ad un dibattito che anticipa di gran lunga i tempi di una ordinata riflessione, adducendo ad un quanto mai inopportuno "tempo utile" che sembra sovrapporsi ed interferire con le dichiarazioni giunte in parallelo dal Quirinale: "La Presidenza della Repubblica non ha pertanto né da smentire né da confermare nessuna libera trattazione dell'argomento sulla stampa"

I nomi di donne papabili, trapelati al momento, sono tutte impresentabili per offrire una nomina che rispecchi l'ormai necessaria "unità nazionale": Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti, Linda Lanzillotta.

Tre nomi invisi in modo più o meno trasparente a forze anche trasversali in Parlamento.

E Laura Boldrini lo sa, lanciando quindi in realtà il nome di Emma Bonino, forse già deciso da tempo, come dimostrano una serie di eventi altrimenti non facilmente spiegabili.

Intanto risalta il troppo poco mascherato, anzi diremmo palesato, divorzio tra Emma Bonino e i Radicali, al cui recente Congresso ha fatto mancare, per la prima volta in tanti decenni, la propria presenza.

Divorzio rilanciato dal leader radicale Marco Pannella che ha affermato più volte di non riuscire neanche a sentirla al telefono. Fino ad affermare che "evidentemente Emma ritiene che vi siano altre vie d'uscita.

Ma non riusciamo a sapere quali». Insinuando una sorta di "ritiro" di Emma dalla scena pubblica, fino a dire esserci tra loro una "diversità dolorosa": "Le persone che io incontro nelle strade, dove vivo come sempre, difficilmente possono incontrare Emma."

Questo divorzio certamente farà bene alla candidatura di Emma Bonino.

Un altro importante segnale, del piano già articolato da tempo, è la prebenda ricevuta da Emma Bonino dopo il suo defenestramento da Ministro degli Esteri: il patrocinio dell'annuale Ciclo di Alti Studi Europei (CHEE) della prestigiosa Ecole Nationale d'Administration per l'anno 2015, un prestigioso Corso rivolto ad alti funzionari delle pubbliche amministrazioni.

Sarà utile ricordare che il Corso è stato patrocinato nel 2014 da Jean-Claude Juncker, attuale Presidente della Commissione Europea, da Joschka Fischer nel 2013 e da Jean-Claude Trichet nel 2012.

Il percorso di Emma Bonino era segnato fin dalla sua posizione di Commissario Europeo dal gennaio 1995 fino al famigerato 15 marzo 1999, data delle dimissioni di tutta la Commissione Santer: periodo in cui ha avuto anche intensi rapporti con l'allora Commissario per l'anti-trust Mario Monti, nominato con lei dall'allora Governo Berlusconi.

In quel periodo fu anche invitata presso l'ormai noto "steering committee" Bilderberg, così come risulta oggi vicina all''Aspen Institute, alle cui riunioni partecipa, ente presieduto in italia da Giulio Tremonti, e del cui Comitato fanno parte insieme esponenti di gruppi e partiti che solo apparentemente rappresentano interessi opposti.